Archivio stagione 2014/2015
Breve storia dell’umanità: La Famiglia Antrobus in scena a Badu ‘e Carros nella versione della Compagnia Teatrale García Lorca per la regia di Patrizia Viglino
nota in red 27.11.2014
“La Famiglia Antrobus” della Compagnia Teatrale García Lorca per la regia di Patrizia Viglino sarà in scena venerdì 28 novembre al carcere di Badu ‘e Carros di Nuoro. Preludio alla stagione di prosa 2014-15 al Teatro Eliseo di Nuoro – sotto le insegne del CeDAC – con lo slogan GIU’ LA MASCHERA lo spettacolo apre idealmente un dialogo tra la città e quella porzione di società racchiusa oltre il muro.
La Compagnia Teatrale Garcia Lorca, in collaborazione con la Direzione della Casa Circondariale di Badu ‘e Carros, intende gettare un ponte culturale tra la realtà del carcere e il tessuto cittadino, riconoscendo nella funzione civile e sociale del Teatro uno strumento di integrazione e di crescita civile per tutto il territorio. Con questo
evento, la città di Nuoro insieme alla sua realtà teatrale, si apre ancora di più e con grande attenzione ai percorsi di ri-socializzazione già precedentemente avviati dalla Direzione dell’Istituto di Pena, a concreta testimonianza del fatto che il carcere ed i suoi ospiti sono parte integrante del tessuto sociale della città, facenti parte di un’unica cittadinanza.
“La Famiglia Antrobus”, ripercorre le tappe mitiche della storia dell’umanità, ponendo al centro la famiglia e la condizione umana, con tutte le sue più profonde contraddizioni. Alcune tematiche chiave si ripetono ciclicamente nella storia evolutiva umana: la lotta per la sopravvivenza, il marchio originario della violenza, l’ottimismo spregiudicato e amorale dell’ homo faber, le relazioni familiari contraddittorie e instabili, i conflitti generazionali, fino al culmine della distruzione totale dovuta ad eventi catastrofici (il diluvio universale, la guerra. Tematiche che pongono costantemente l’umanità davanti al problema della scelta. Quale futuro costruire? Quali insegnamenti trarre dalla storia?
Il riadattamento in chiave contemporanea della regista Patrizia Viglino, conserva il clima da commedia brillante dell’originale ma l’allegoria della famiglia umana si tramuta in sguardo implacabile sulla ciclicità della violenza. L’unica speranza è riposta nel compito collettivo di costruire un futuro che non è ancora stato scritto.
(Ingresso su autorizzazione dell’amministrazione penitenziaria)