di William Shakespeare 

con Andrea Avanzi, Matteo Baschieri, Fabrizio Croci, Carlotta Ghizzoni, Ettore Marrani, Francesca Rossi, Gabriele Tondelli, Victoria Vasquez

Musiche originali M° Luigi Pagliarini 

regia Domenico Ammendola 

 

regia Domenico Ammendola 

Produzione NoveTeatro

♦ Olbia, Cineteatro – 6 febbraio, ore 21

♦ Meana Sardo, Teatro San Bartolomeo – 7 febbraio, ore 21

♦ Dorgali, Teatro Comunale- 8 febbraio, ore 20.30

♦ Carbonia, Teatro Centrale- 9 febbraio, ore 20.30

A Padova, il ricco gentiluomo Battista Minola ha due figlie: la dolce e desiderata Bianca e la maggiore, Caterina, dal carattere fiero, ribelle e scontroso. Battista decide che Bianca non potrà sposarsi finché non troverà marito anche Caterina, scoraggiando così i numerosi pretendenti della figlia minore. 

Arriva dunque da Verona il nobile Petruccio, deciso a sposare una donna ricca, indipendentemente dal suo carattere. 

Accetta la sfida di conquistare Caterina e, con determinazione e astuzia, riesce a sposarla. Dopo il matrimonio, Petruccio inizia un processo di “domatura”, imponendole una serie di privazioni e contraddizioni per piegarla alla sua volontà e renderla più mite e accondiscendente. 

Nel frattempo, i pretendenti di Bianca si travestono e si fingono insegnanti per corteggiarla. Alla fine, Bianca sceglie e sposa Lucenzio. 

La commedia si chiude con una cena tra amici sposati, dove i mariti scommettono su quale delle 

loro mogli sia più obbediente. A sorpresa, è Caterina a rispondere con prontezza e a pronunciare un lungo discorso sulla sottomissione della moglie al marito, lasciando tutti stupiti. 

Note di regia 

La trama ruota attorno al tentativo di Petruccio di piegare la volontà di Caterina con metodi spesso crudeli o psicologicamente manipolatori, ma che nella commedia vengono trattati in tono ironico e canzonatorio. Parallelamente, si sviluppa anche la vicenda romantica tra la dolce Bianca, sorella di Caterina, e il giovane Lucenzio. 

La questione femminile ne La bisbetica domata di William Shakespeare è un tema centrale e controverso, poiché l’opera affronta in modo ironico e ambiguo il ruolo della donna nella società patriarcale dell’epoca elisabettiana. 

La commedia ruota attorno alla figura di Caterina, una donna dallo spirito indipendente e ribelle, considerata “bisbetica” perché non si adatta al modello di femminilità docile e sottomessa. Suo padre vuole sistemarla in matrimonio prima della sorella minore, Bianca, più docile e desiderata. Arriva Petruccio, che decide di sposarla e “domarla” attraverso una serie di comportamenti manipolatori e autoritari. 

Il ruolo subordinato della donna, il matrimonio come contratto economico e sociale in cui la donna deve obbedire all’uomo, riflettono una visione patriarcale in cui la donna “ideale” è quella obbediente e silenziosa. 

Caterina sfida i codici sociali con la sua lingua tagliente e il suo rifiuto ad obbedire. Questo la rende indesiderabile per il mondo che Shakespeare ci racconta, ma anche simbolo di resistenza. La sua scelta di sposare infine Petruccio è vista da alcuni critici come un’amara sconfitta, da altri come una strategia ambigua o ironica. 

Il monologo finale di Caterina, in cui esorta le donne a sottomettersi ai mariti, è spesso interpretato in modi diversi: può essere letto come una vera accettazione del ruolo imposto oppure come una parodia o una beffa rivolta al pubblico maschile. 

Satira o conservatorismo? Alcuni studiosi vedono la commedia come una critica ironica alla misoginia, altri la leggono come una conferma dei valori tradizionali. Shakespeare, credo, volesse esattamente giocare proprio su questa ambiguità. 

In conclusione ritengo che la bisbetica domata offre una riflessione tutt’altro che semplice del ruolo della donna: se da un lato rispecchia gli stereotipi del suo tempo, dall’altro lascia spazio a interpretazioni più moderne e critiche, ponendo interrogativi ancora oggi attuali su identità, potere e libertà femminile. 

Domenico Ammendola