
ACT
Atelier di alta formazione teatrale

ACT | Atelier di Creazione Teatrale
III edizione
12 – 19 settembre 2025
KING LEAR
condotto da Alessandro Serra e Chiara Michelini (compagnia Teatropersona)
organizzato da Teatro Massimo di Cagliari/CeDAC
Si svolgerà dal 12 al 19 settembre 2025 a Cagliari
Si rivolge ad attori/attrici diplomati/e o con solida formazione attoriale e forte attitudine al movimento.
L’opera di riferimento è il King Lear di Shakespeare nella traduzione di Agostino Lombardo.
La partecipazione è gratuita previa selezione.
La presenza è obbligatoria per tutto il periodo indicato.
Ai partecipanti non residenti in Sardegna sarà corrisposto un rimborso spese di 150 euro.
Per candidarsi inviare entro e non oltre il 12 agosto 2025 i seguenti materiali all’indirizzo e-mail candidatureprogetticedac@gmail.com:
– curriculum vitae;
– 2 fotografie (1 in primo piano e 1 figura intera);
– uno o più link video a spettacoli, monologhi o performance. Non saranno presi in considerazione showreel cinematografici e self tape di presentazione;
– lettera motivazionale.
L’esito della selezione verrà comunicato entro il 18 agosto 2025.
PRESENTAZIONE
Un tema e due parole
Re Lear è forse la più grande opera di Shakespeare, attraversata da un’infinità di piani e per questo forse la più complessa. Il rischio è di raccontare la storia di un vecchio rimbambito che divide il regno tra le figlie e poi ci ripensa.
In Lear non c’è traccia di senilità. Non è un vecchio ma un uomo pieno di forza e di violenza e tutt’altro che stupido che vuole, e lo dice, prevenire ogni disputa futura.
Tuttavia i tiranni, come i poeti, non abdicano mai. Quando la professione coincide col destino non si lascia. Da qui nasce la tragedia: non si eredita dai vivi, ma dai morti.
Il tema è la caduta.
Sin dal primo atto nel Re Lear si assiste a un’inesorabile degradazione: politica, spirituale, fisica, fino ad arrivare alla fine in cui, come in nessun’altra tragedia di Shakespeare, non c’è più speranza. Tale principio è sublimato nella scena in cui Edgard accompagna suo padre sul bordo di un finto precipizio e gli spettatori assistono alla scena di un vecchio cieco che cade in ginocchio e chiede al figlio:
Ma sono caduto, o no?
La prima parola radiante che ritorna e tesse la storia è proprio la vista ovvero la sua mancanza, la cecità. Chi ha gli occhi, in Re Lear, non è capace di vedere. Gloucester, cui sono stati cavati gli occhi, solo nella cecità vedrà. Come Edipo guidato da Antigone egli sarà condotto sul bordo di un inesistente precipizio da suo figlio mascherato da matto.
Sciagurati quei tempi in cui i matti guidano i ciechi.
La storia di Lear, come quella di Edipo, riguarda l’acquisizione della visione interiore.
È un’iniziazione alla vecchiaia.
La seconda parola che illumina il testo e su cui ci soffermeremo nel corso dei cinque giorni è verità.
In questa tragedia senza speranza e senza futuro i ciechi vedono e i matti dicono la verità. Cordelia e il matto dicono la verità, e forse sono la stessa persona.
Lear dovrà giungere al fondo della disperazione perché impari a vedere la verità, fido ad allora sarà il matto a vedere per lui.
LEAR Mi dai del matto ragazzo?
MATTO Tutti gli altri titoli li hai dati via. Con quello ci sei nato.
FASE PREPARATIVA
Ogni attore dovrà leggere attentamente il King Lear di Shakespeare nella traduzione di Agostino Lombardo e imparare a memoria più brani di un personaggio a scelta.
Quindi dovrà portare con sé:
Indumenti comodi per il training
Quaderno per gli appunti
Un abito elegante completo di accessori e scarpe (comode ma eleganti) per vestire il personaggio.
L’ATELIER
Chiara Michelini proporrà un lavoro di “accordatura” e preparazione del corpo dell’attore: dis-crearlo affinché diventi strumento duttile e organico in tutte le sue reazioni. Esplorare e conoscere a fondo la geografia del proprio corpo per acquisire una attiva consapevolezza del movimento che lo renda forma vuota capace di accogliere ogni volta una storia differente. Ciò che si vuole attivare è una più stretta e profonda corrispondenza tra sensazione, immaginazione e azione.
Alessandro Serra affronterà la scrittura di scena al centro della quale si pone l’attore come artefice e oggetto dell’opera stessa. Si analizzerà la pièce di Shakespeare ponendo particolare attenzione alla drammaturgia, allo studio delle figure e dei personaggi e alla teoria e prassi del coro.
Chiara Michelini
Si forma come danzatrice presso Dance Gallery di Perugia (metodo Nikolais) sotto la direzione di Rita Petrone e Valentina Romito. Perfeziona i suoi studi con maestri quali Jeremy Nelson, Ivan Wolfe, Bruno Collinet, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, Julie Stanzak, Caroline Broussard, Masaki Iwana, Carolyn Carlson.
Si avvicina allo studio della voce e della recitazione seguendo laboratori con Yoshi Oida, Danio Manfredini, Marco Sgrosso, Bruno De Franceschi, Theodoros Terzopoulos.
Nel 2009 consegue il Doctorat Professionel en Thérapie de la Danse presso l’UEJM di Bruxelles.
Come interprete collabora con diverse compagnie: Artemis Danza (PR), Zerogrammi (TO), compagnia Teatropersona (VT), Abbondanza/Bertoni (TN), Carolyn Carlson CCN Roubaix-nord-pas de Calais.
Collabora con il regista Alessandro Serra come assistente alla regia e ai movimenti di scena per gli spettacoli: FRAME; MACBETTU; Il costruttore Solness.
Nel 2024 riceve il premio Golden Laurel Wreath Award miglior attore /attrice nell’ambito del 64th International Theater Festival MESS di Sarajevo.
Alessandro Serra
Regista e autore teatrale si laurea con lode in drammaturgia dell’immagine presso la Facoltà di Arti e Scienze dello Spettacolo, Università La Sapienza, RomaSi forma come attore a partire dallo studio delle azioni fisiche e dei canti vibratori nel solco della tradizione di Grotowski per poi arrivare alle leggi oggettive del movimento di scena trascritte da Mejercho’ld e Decroux.Integra la sua formazione teatrale con le arti marziali che pratica sin da giovanissimo.
Fondamentale, negli ultimi anni di formazione, lo studio del metodo del Teatro Corporeo con Yves Lebreton.
Altrettanto cruciale per la sua formazione umana e spirituale l’incontro con Grazia Marchianò.
Nel 2000 fonda la Compagnia Teatropersona, con la quale comincia a mettere in scena le proprie opere che scrive e dirige, curandone scene, luci, suoni e costumi. Il suo è un teatro popolare d’arte.
I suoi spettacoli hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti sia in Italia che all’estero e sono stati presentati nei più importanti festival internazionali tra cui il Festival di Avignone in Francia, la Biennale di Venezia, il Festival Iberoamericano di Bogotà in Colombia, Le Olimpiadi del Teatro in Giappone e Ungheria. Oltre che in Italia, Francia, Svizzera, Corea del sud, Russia, Spagna, Bulgaria, Polonia, Germania, Brasile, Argentina, Perù, Bosnia Erzegovina, Croazia, Romania, Turchia, Georgia, Montenegro, Grecia, Belgio, Finlandia, Lituania, Arzebaigian, Repubblica Ceca, Portogallo, Slovenia, Cina.
Da novembre 2021 è stato nominato membro della prestigiosa associazione internazionale IATL International Association Of Theatre Leaders.
Sin dai primi anni di fondazione della compagnia, al lavoro artistico di creazione ha affiancato un costante impegno nell’ambito della pedagogia teatrale attraverso progetti speciali che lo hanno portato a tenere laboratori nel carcere di Civitavecchia fino ad insegnare in prestigiosi contesti come l’Accademia d’arte drammatica Nico Pepe di Udine, l’Università di Budapest, il Drama Theatre / Teatro Nazionale di Klaipeda. Ha diretto e organizzato progetti di alta formazione teatrale gratuiti in collaborazione con il Teatro di Roma e i Teatri di Reggio Emilia, l’Università La Sapienza di Roma e con CeDac_Circuito Sardegna.