La storia di un incontro tra Gigi Riva e Fabrizio De André
Prima Nazionale
di Marco Caronna e Federico Buffa
con Federico Buffa Marco Caronna chitarre, voci, chitarre, percussioni Alessandro Nidi pianoforte
regia Marco Caronna
Produzione International Music and Arts prima nazionale
Federico Buffa torna a teatro con il nuovo spettacolo Amici fragili per raccontare l’incontro tra Gigi Riva e Fabrizio De André con la regia di Marco Caronna
Amici Fragili è la nuova produzione teatrale che vede protagonista Federico Buffa, il più importante storyteller sportivo italiano, che racconta l’incontro tra Gigi Riva e Fabrizio De André. Prodotto da International Music and Arts, Amici Fragili è realizzato con la regia di Marco Caronna, sul palco anche in veste di musicista (chitarre, voci) insieme ad Alessandro Nidi (pianoforte), e testi di Federico Buffa e Marco Caronna. Speciale è l’intervento del musicista Paolo Fresu, che compare in Amici Fragili con un cameo sulle note della sua versione del brano No potho reposare. I visual dello spettacolo sono di Francesco Arcuri, il light designer è Francesco Trambaioli.
Da qualche tempo il giornalista milanese si è spostato dagli studi di Sky al teatro, riproponendo in una veste più elaborata il format che lo ha reso famoso: raccontare storie di sport e di personaggi leggendari – alcuni noti, altri dimenticati – in un incastro di ricordi, curiosità e coincidenze. In Amici Fragili l’ambizione è massima, perché Riva e De Andrè sono celebrità intolleranti alla retorica, sempre lontani dai riflettori e restii a dare in pasto a chicchessia sentimenti ed emozioni. Buffa non ha mai incontrato Gigi Riva. Da bambino però, quando il calciatore tornava a casa nel Varesotto, il giornalista, che viveva poco distante, saliva in sella alla sua bici e si appostava insieme ad altri coetanei sotto l’abitazione del bomber, che alla fine degli anni Sessanta era già una stella del calcio internazionale.
Di sicuro non c’era abbastanza materiale per costruire uno spettacolo così corposo, ma in questo Buffa è maestro. Le due ore scorrono via tra vicende parallele che a volte sembrano allontanarsi inesorabilmente dal nucleo narrativo, ma l’autore è abile a rientrarvi con repentine sterzate.
Non penso che lui abbia mai visto lo spettacolo e probabilmente non sa neppure che esista, tutto quello che conosco di Riva è merito di sua sorella Fausta. È stata lei a raccontarmi la maggior parte degli aneddoti che porto in scena.( Buffa).
A un certo punto dello spettacolo, Buffa s’infila dentro una cabina telefonica e per qualche minuto veste i panni di Gigi Riva, in un dialogo immaginario e intimo con i genitori che non ci sono più.
Piango per davvero, forse perché è una cosa che sto raccontando a me stesso. Il rapporto con mio padre non era semplice, la storia di Riva la sento anche un po’ mia.(Buffa)
Nel mare magnum della rete i giudizi su Buffa sono quasi tutti lusinghieri. A lui va il merito di avere riportato in auge un genere che già esisteva, ma che forse aveva bisogno di essere rinnovato, con un piglio più accattivante e un ritmo a tratti incalzante.
Nota
È il 14 settembre del 1969, dopo una partita a Genova di un Cagliari che proprio quell’anno avrebbe poi vinto l’unico, storico scudetto.
Gigi Riva va a trovare Fabrizio de André. Sembra un incontro tra due mondi lontanissimi e invece, nel silenzio che caratterizza la prima parte della serata, scorrono i pensieri di due randagi che, in campi e in modo diversi, hanno sempre scelto di stare dalla parte degli altri randagi…
In mezzo ai silenzi si snodano i punti di contatto di due universi che condividono la Sardegna, il popolo della Sardegna, il mare, i colori, il rosso e il blu, uno del Cagliari, l’altro del Genoa, il pubblico che li segue religiosamente, il calcio, la musica, le canzoni… Una in particolare… Quella “Preghiera in Gennaio” che Fabrizio scrive tornando dal funerale dell’amico Luigi Tenco. Una canzone che colpirà nel profondo Gigi che la ascolta ossessivamente e ne vuole parlare con chi l’ha scritta. Ancora silenzio quando la sera diventa notte… e i due cominciano a parlare, e la notte diventa alba…
Quando le parole diventano di troppo Fabrizio regala a Gigi la sua chitarra, Gigi regala a Fabrizio la sua maglia numero 11.
I due si salutano, non si vedranno mai più.