da Euripide
uno spettacolo de I Sacchi di Sabbia e Massimiliano Civica
con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Iliano
produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi
in co-produzione con I Sacchi di Sabbia
♦ Alghero, Teatro Civico – 13 marzo ore 21
♦ Olbia, CineTeatro – 14 marzo ore 21
♦ Meana Sardo, Teatro San Bartolomeo – 15 marzo ore 21
♦ Sanluri, Teatro Akinu Congia – 16 marzo ore 20.30
Approfittando dell’assenza da casa di Neottolemo, in viaggio al tempio di Apollo, tra i membri della sua famiglia si accende una lite furibonda: la giovane moglie Ermione è gelosa della schiava Andromaca, con cui Neottolemo ha generato un figlio, e vuole ad ogni costo uccidere lei e il bambino. Il padre Menelao, giunto espressamente da Sparta, è deciso ad aiutare la figlia nel suo progetto di vendetta, così come Peleo -padre di Achille e nonno di Neottolemo – è deciso a fermarla. Andromaca trova rifugio presso l’altare di Tetide, e lì, aggrappata alla statua della Dea, prende tempo in attesa del ritorno dell’amante.
Neottolemo – il grande assente – è centro e causa dei vari scontri che animeranno la vicenda: ogni personaggio fa scelte decisive per la propria vita, convinto che al suo ritorno il signore farà giustizia. Ma, alla fine un messaggero racconta un fatto orribile: Neottolemo è morto subito dopo essere partito, prima ancora che ogni disputa e discussione avesse inizio.
Andromaca è un testo decisamente anomalo nella produzione euripidea: non vi si staglia alcun protagonista, nessun dio compare, come pure nessun “eroe tragico”; il mondo, svuotato di presenze eccezionali, sembra ospitare solo uomini incapaci di decidere del proprio destino. Le speranze si alternano alle tragiche disillusioni, in una danza meccanica, così macabra e spietata da sembrare comica.
Si ride molto, perché tutto è spinto al paradosso, con una asciutta raffinatezza che si permette a volte sgarri scatologici. Tutto passa anche attraverso i volti degli attori, da quelli volutamente sbiaditi delle serve, a quello di una Andromaca in carne e en travesti che rievoca passati splendori dall’attuale condizione di serva, allo spiritato Menelao di Giovanni Guerrieri, un incrocio tra D’Artagnan e uno scapigliato milanese d’antan sull’orlo della tisi. Da morire dal ridere.
Massimo Marino, Doppiozero, 12 luglio 2018
Raffinato sì, ma comunque estremamente divertente perché il farsesco dei Sacchi di Sabbia riesce ad essere di grande levità ma pure a strappare risate più che grasse. Quanto tutto questo possa risultare straniante, genialmente straniante, parlando di un re linciato dalla folla e di omicidi pianificati mentre ci si ride su, giudicatelo pure voi.
Graziano Graziani, Minimaetmoralia.it, 14 luglio 2018