dal romanzo di Maria Giacobbe

adattamento teatrale di Alessandro Lay e Pierpaolo Piludu

 

con Alessandro Mascia e Pierpaolo Piludu

 

collaborazione alla drammaturgia Alessandro Mascia

disegno luci, illuminotecnica Giovanni Schirru

suono Giampietro Guttuso

scene Mario Madeddu e Marilena Pittiu

 

regia Alessandro Lay

 

Cada Die Teatro

 

Lo spettacolo è la nuova tappa del progetto su teatro di narrazione e letteratura sarda del Cada Die Teatro. Iniziato nel 1998 con Quelli dalle labbra bianche di Francesco Masala e proseguito nel 2003 con Cristolu, vita di un frate bandito di Salvatore Niffoi (in coproduzione con Bocheteatro di Nuoro), il progetto giunge alla terza tappa con Arcipelaghi tratto dal romanzo di Maria Giacobbe.

Giosuè, un ragazzino di quattordici anni, viene ucciso perché ha visto troppo; nessuno sa chi è stato. Tre mesi dopo nella notte di S. Antonio, la notte dei fuochi, un uomo viene freddato con un colpo di pistola.

La mattina successiva Oreste, anche lui di quattordici anni, si presenta lacero e bagnato fradicio a casa dei Rudas, amici di famiglia che vivono in un paese a parecchi chilometri dal suo.

Cos’è successo? Quella che pian piano iniziamo a immaginare è la verità? Applicare la legge, punire, equivale sempre a riparare all’errore? E qual’è il vero significato di “giustizia”?

Il teatro, come tutta l’arte, ha il compito e il dovere non tanto di dare risposte ma di porre domande, possibilmente scomode e di non facile soluzione. Domande che costringano a riflessioni profonde, che invitino lo spettatore a prendere posizione su quello che dal palcoscenico gli viene proposto.

Arcipelaghi, come già indica il titolo, racconta non una ma più vicende, non espone una verità ma, come fossero vere e proprie isole che man mano affiorano, porta a galla le diverse visioni di ognuno dei personaggi, fino a formare appunto un “arcipelago” di verità in cui decidere cos’è giusto e cosa no resta un compito del lettore o, nel nostro caso, dello spettatore.