appunti sul medioevo in un angolo d’Italia a metà del 20° secolo.

dal libro inchiesta di Giuseppe Fiori
“Baroni in laguna”

adattamento e regia Stefano Ledda

chitarra Andrea Congia
voce Stefano Ledda
sassofono Juri Deidda

 

Teatro del Segno

…Il medioevo nello stagno di Cabras è andato in archivio solo nel 1960, lo ha cancellato la storia e la rivolta dei pescatori…

Un leggio esile, un microfono nudo sullo stelo di un’asta, come in una televisione degli anni sessanta. La sobrietà del nero e di una voce che racconta, vive, esplode accarezza e a volte si rompe nelle emozioni racchiuse nel testo.

È padrone della scena il testo, reso in adattamento asciutto che, pur contenendo tutti i significati, le analisi, i giudizi e le vicende che Giuseppe Fiori include nella sua inchiesta, privilegia, ricreandole davanti al pubblico, le atmosfere e le emozioni le lacerazioni così abilmente descritte dall’autore.

Il fluire della voce dell’interprete, posta ad assoluto servizio del senso, si alterna, creando brevi squarci nel tempo, con le immagini autentiche di quegli anni e la voce un bambino d’allora, che raccontano il mondo dello stagno e della peschiera, la ricchezza dei padroni, la povertà dei pescatori e i soprusi degli “ zeraccos”.

Dialogano e si fondono in modo essenziale con la storia di questa rivolta esplosa cinquant’anni fa, le note d’una chitarra elettrica che, utilizzando l’assoluta modernità dei suoni creati da una “ pedal board “ si unisce alla “voce” aspra del sassofono nel racchiudere, sottolineare ed accrescere la forza del dello spettacolo.