per voce, attrezzi e tendini.

testo Tiziano Scarpa

Si ringraziano

Ted Keijser, Licia Lucchese, Sonia Marianni,

Flavio Costa, Aldo Giuponi,

Alessandra e Famiglia Grion, Enrico Fabris,

Accademia Teatrale Veneta,

Elisa Carrer, Fondazione Villa Benzi Zecchini

 

ideazione Silvia Gribaudi, Emanuele Pasqualini, Tiziano Scarpa, Carlotta Vinanti

con Marcel Zuluaga Gomez, Alice Macchi, Emanuele Pasqualini

regia Emanuele Pasqualini

Pantakin Circo Teatro

 

Il circo è certamente il luogo ideale se vogliamo parlare di sfide. Sfidano la forza di gravità il giocoliere, il funambolo e l’acrobata sul trapezio; sfidano la natura le posizioni di un contorsionista e sfidano il giudizio del pubblico i clown che cercano di strappare un sorriso. A queste molteplici sfide abbiamo voluto aggiungerne un’altra: la sfida di introdurre in uno spettacolo circense una drammaturgia punteggiata da testi che portano l’attore e la sua voce a confrontarsi con la forza dell’immaginario circense. Il tentativo di fare incontrare, scontrare e – perché no?! – comunicare l’immaginifico circense con la concretezza della parola e dunque della voce, nascono nell’intento di raggiungere il pubblico ad un livello più articolato e profondo, non più classificabile in generi teatrali e settori, bensì spettacolo di per sé, esperienza.

 

Abbiamo voluto creare uno spettacolo in cui i numeri circensi non sono solo quelli degli attrezzi e dei corpi ma anche quelli delle parole. Parole che escono dalla penna dello scrittore veneziano Tiziano Scarpa, già premio Strega nel 2009 e già autore per Pantakin de “L’ultima Casa” Premio “Chièdiscena” migliore testo de La Biennale Teatro del 2007. Abbiamo scelto di affiancare agli attori e artisti del circo Silvia Gribaudi, una coreografa tra le più interessanti del panorama della danza italiana contemporanea, Gaetano Rocco Guadagno che da anni lavora nel campo della comicità visuale. Abbiamo scelto per i nostri personaggi un luogo straordinario come può essere un teatro, che andrà trasformandosi in un luogo più quotidiano, come una semplice stanza bianca. Abbiamo rinchiuso i personaggi della nostra storia in unico luogo, in una simultaneità di presenza e di azione e quindi di confronto e di scontro. Abbiamo scelto di utilizzare il circo per raccontare il potere dell’illusione, il potere della manipolazione delle cose, degli oggetti, dei fatti, delle parole e del loro senso.

 

Note dell’autore

 

Come tutti sanno, viviamo in un paese in cui i teatranti sono coperti d’oro. Tutti i notiziari e le prime pagine parlano di loro. La società li tratta come il più prezioso dei loro beni… È in tale “mondo alla rovescia” che si svolge lo spettacolo di questo trio: un attore un po’ clownesco e una contorsionista acrobatica sono insoddisfatti di tutti questi onori e ricchezze, vogliono riuscire a fare qualcosa di più importante e profondo che limitarsi a riscuotere successo. Il loro collega giocoliere non li capisce, ma nonostante tutto li segue nella ricerca di intensità e umanità. Il pubblico potrà godere del paradosso a cui sta assistendo: in realtà questi tre artisti della scena arrancano in una condizione professionale piuttosto affannosa, e forse la loro è solo un’illusione di gloria, attraverso la quale però riescono a trasformare in arte ed emozione la loro sete di autenticità. I tre si troveranno ad affrontare molte situazioni curiose, provando varie soluzioni, improbabili o estreme, per inventarsi una nuova sincerità: l’abbassamento di qualità, il crimine, la pubblicità, la politica, il lavoro socialmente utile…

Tiziano Scarpa