Ilos
C O R O C Ò
testo e regia
Marco Nateri ed Elena Musio
con
Rosa Beccu
Teresa Loi
Elena Musio
scenografie e costumi Marco Nateri
luci Gian Mario Leoni
audio Antonio Piras
Ilos
C O R O C Ò
di Marco Nateri ed Elena Musio
C’è stato un momento, nella vita del teatro italiano del dopoguerra, all’incirca fra il Cinquanta e il Cinquantacinque, in cui pareva che un gruppo di giovani artisti, dotati di una buona dose di irregolarità e di ricerca, volesse, non proprio mettere a soqquadro la routine tradizionale delle rappresentazioni classiche, naturalistiche o sentimentali, ma almeno proporre alcune nuove ipotesi di lavoro.
L’attore non più professionalmente riguardoso della carriera, ma spregiudicatamente impegnato in vari tipi di spettacolo, volutamente insoliti, dai più giudicati “minori”.
L’autore non più rivolto a dar tradizionale tensione a una vicenda, ed infine il regista, non più addestrato a misurarsi con infiniti oggetti di scena, e con criteri interpretativi d’uso o di assimilazione, ma con un paio di elementi soltanto e con liberissime e spericolate esperienze.
Diremo che tutte queste ipotesi di lavoro hanno attraversato i nostri pensieri, nell’affrontare la drammaturgia e la regia di questo spettacolo, che vuole essere un omaggio al teatro degli anni Cinquanta, all’arte di Franca e Valeria Valeri, Paolo Poli, Giancarlo Cobelli, ma anche a quel tipo di cinema interpretato dalla grande Anna Magnani, dalla sofisticata Mariangela Melato e dalla indimenticabile (dimenticata?) Mariagrazia Buccella, cui lo spettacolo è dedicato.
Ed ecco che le scatenate attrici, ballando e cantando in un crescendo da cabaret e varietà, annunciano che, nonostante siano costrette a far “teatro povero”, riescono comunque a mettere in scena il “loro” spettacolo.
Tre maschere da commedia dell’arte che, estraniandosi, rivelano come il teatro sia soprattutto un grosso atto d’amore, “che entra nel sangue come un sottil veleno . . .” per non abbandonarci mai.