Archivio stagione 2010/2011
Dal vapore ti scrivo
Elena Ledda Vox
coreografie Carla Calcaterra
direzione musicale Mauro Palmas
con
Carla Calcaterra
Marcelo Ballonzo danza
Lia Careddu voce recitante
Elena Ledda e Ana Karina Rossi voce
Mauro Palmas liuto cantabile
Anotonio Ippolito bandoneon
Marcello Peghin chitarra
Silvano Lobina basso
Rachele Colombo percussioni
regia
Romano Usai
Un emozionante spettacolo, tra danza parole e musica, che racconta attraverso i testi della scrittrice sarda Mariangela Sedda una storia di immigrazione tra la Sardegna e l’Argentina. Una narrazione appassionante che si sviluppa sulle sonorità seducenti del Sudamerica insieme ai ritmi e ai colori della Sardegna. Un’amalgama avvolgente tra le musiche tradizionali degli “indios” e dei “bianchi”, dei ritmi e delle melodie “nere”, e le sonorità sarde influenzate da caratteri arabi, spagnoli, mediterranei. I canti della Sardegna e dell’Argentina con tre protagoniste straordinarie come Lia Careddu, Elena Ledda e Ana Karina Rossi, bravissime nel cogliere con loro suggestive melodie l’essenza delle due differenti e, per certi versi, simili, culture.A seguire il ritmo delle sfumature variopinte della milonga e del tango anche due splendidi danzatori tra passi sensuali e carichi di passione.
É la storia di due giovani sorelle, di un piccolo paese dell’interno della Sardegna, divise nel ’14, poco prima dello scoppio della grande guerra, dall’emigrazione, che si porta via la maggiore in Argentina. Le due non perdono mai contatti. Noi conosciamo le loro storie attraverso le lettere che si scambiano e che tengono insieme due esistenze e due mondi di qua e di là dall’Oceano. La maggiore va a raggiungere il marito e i fratelli nell’allora già grande Buenos Aires dove anche molti sardi inseguono, in quegli anni, un sogno di ricchezza. La vediamo dalla partenza a Genova, nel vapore, in quell’universo brulicante di speranze che è la terza classe,dove si incontra un’umanità disperata e povera che per un mese è costretta insieme nel lungo viaggio oltreoceano. E’ un luogo dove accade di tutto. Il racconto si snoda non solo attraverso le lettere ma con la musica che dice dove tace il testo o lo accompagna segnando il passare del tempo. Il viaggio nel vapore, che ritorna sempre, è anche occasione d’incontro di uomini e donne delle varie regioni d’Italia, d’Europa e delle loro musiche. Rielaborate, reinventate, straniate, in una sorta di confronto che diventa dialogo tra gli emigranti, non solo italiani, che partivano da Genova. Perché ognuno, partendo, con i suoni della sua lingua si porta dietro la sua musica.
Già nell’ascoltare le musiche degli altri l’emigrante è disposto adaprirsi, ad accogliere altri suoni, altre storie, altre culture.