liberamente tratto da

Miguel de Cervantes

di Ruggero Cappuccio

 

con

Roberto Herlitzka e Lello Arena

 

musiche Paolo Vivaldi

costumi Salvatore Salzano

progetto scene Nicola Rubertelli

scenografia Francesco Esposito

luci Franco Polichetti

foto di scena Pasquale Mingo

assistente alla regia Iolanda Salvato

regia Nadia Baldi

 

Teatro Segreto

 

Nella versione scenica prodotta da Teatro Segreto, Don Chisciotte è un moderno professore universitario, studioso di letteratura epica che vive in una profonda solitudine. Emarginato da una società che lo respinge quotidianamente, il protagonista perde contatto con il mondo reale, attivando una crescente energia visionaria che lo porterà a dialogare con i fantasmi della classicità. L’apparizione di un singolare personaggio che Don Chisciotte trasforma nel suo Sancio Panza innesca il tentativo di riportare il professore entro i confini di una ritualità sociale cosiddetta normale. Il professore posseduto dall’anima immortale di Don Chisciotte, continua, però ad alterare la relazione tra passato e presente, inseguendo una visione disperata e poetica dell’esistenza. Il fragilissimo eroe cerca un’ipotetica Dulcinea, che nel suo desiderio si configura come definitivo incontro di salvezza e di pace. Il riadattamento di Ruggero Cappuccio, si concentra nel conflitto tra modernità efferata e umanità poetica. Nella storia del protagonista deflagra il dramma del materialismo globalizzato che mortifica le risorse creative dell’individuo. Nella storia di Don Chisciotte si specchia la tragedia moderna delle minoranze del mondo, soffocate da strutture comunicative false e massificanti. La regia di Nadia Baldi si attesta sui confini immutabili, quelli che da millenni vivono invariati nel cuore degli uomini. La messinscena, sull’interpretazione di Roberto Herlitzka e Lello Arena riconsegna la vicenda di Don Chisciotte alla contemporaneità, attraverso un’indagine interiore tesa a svelare il rapporto tra dolore e bellezza.