Archivio stagione 2016/2017
Donne dell’underground – Teatro Ragazzi
Donne dell’underground
con Marta Proietti Orzella
e Carla Orrù
regia audio e synth Alessandro Aresu
drammaturgia e regia Marta Proietti Orzella
“Donne dell’underground” propone una fusione di brevi monologhi brillanti. Piccoli “mostri”, brevi ritratti “maledetti” di donne “al margine”, donne dell’underground, alla ricerca di una rivincita, personaggi grotteschi e mostruosi, spesso odiosi e insopportabili…
Con un uso sapiente della lingua sarda.
Tra i pezzi proposti, il primo si ispira a “La topastra”, breve monologo ironico, surreale, sferzante e divertente, racconta la storia di un topo femmina in ribellione contro il genere umano, il cui punto di vista sui topi non è certo lusinghiero, anzi tende al loro sterminio indiscriminato. Decisa a rivendicarne il diritto di esistere e di essere trattata con rispetto, esce dalla fogna, universo sotterraneo per eccellenza, nel tentativo di regolare i conti con gli uomini e con il desiderio di ristabilire l’equilibrio tra una specie e l’altra.
“Storia della monaca” di Sergio Atzeni, esilarante racconto tratto da “I sogni della città bianca”. Atzeni mette in scena soprattutto il popolo degli gli umili, degli sconfitti, dei marginali. «Mi cerco le storie e non le invento», aveva detto Atzeni in una intervista. Ecco che i racconti nascono sia dall’ispirazione di realizzare vari racconti sui quartieri cagliaritani – nella fattispecie si tratta di Castello – sia dalla notizia storica.
Conclude il sapore noir della Donna delle pulizie del teatro, con un finale a sorpresa.
“Incredibile! Infatti non è vero. E’ una bugia, un sogno… Un sogno che faccio ogni tanto a occhi aperti… Il sogno d’essere trattati, per una volta nella vita, con la dignità che si meriterebbe, anche noi… Noi là di sotto.”. [“La topastra” – Stefano Benni]
“E improvvisamente si mette in casa quell’uomo, quell’Ibrahim, bastardo che chissà da dov’è piovuto. Puoi immaginare le chiacchiere. Lui magrissimo, pareva un drogato. E lei immensa, madama tonnellata, culo di elefante. Naturalmente nessuno ha pensato al sesso. Era chiaro che lui voleva i quattrini.”. [“Storia della monaca” – Sergio Atzeni]
“Perché il teatro mi fa soffrire da quando ero bambina, ecco! A teatro è tutto finto, ecco! I vostri costumi e i vostri sporchi musi è tutta roba fasulla, fatta per mettere paura alle persone semplici come me! lo non ammazzo lei, ammazzo il teatro!”.
[“La notte di Madame Lucienne” – Copi]