Omaggio a Giulio Angioni e Primo Levi
Carbonia – Arena Mirastelle
4 settembre 2020 ore 21.45
Musiche dal vivo eseguite da Gavino Murgia
Regia Monica Porcedda
Produzione La Cernita Teatro
INGRESSO RISERVATO AI SOLI ABBONATI
Tra suoni ancestrali e innovazione musicale, Gavino Murgia ci accompagna in un nuovo viaggio nell’Isola tra il dire e il non dire, il fare e il disfare del tempo passando per le letture della poesia di Giulio Angioni e la prosa di Primo Levi al suo esordio letterario.
La narrazione di Tempus di Giulio Angioni si svolge dentro una natura ancora abitata dai suoi cicli, il mondo del lavoro e della festa, dell’apprendere e del gioco, la bellezza delle donne e l’amore, il potere e la povertà, il tradimento e la guerra che ci è occorsa e le trasformazioni della plastica, e infine il morire.
Allora tempus è tempo, il tempo che abita la mente, “perché la mente è luogo di fantasmi”, di cose che sono e di cose che non sono, nel fare e disfare del tempo.
Ne risulta un testo poetico denso di contenuti, piacevole nella fluidità della narrazione poetica, nei cenni d’ironia, nelle antifrasi che Angioni riprende della lingua sarda, che come afferma lo stesso Angioni “è la sola lingua in cui avrei potuto scrivere queste poesie”. È allora la lingua, più profondamente, non è solo veicolo e strumento d’espressione ma si fa essa stessa protagonista assoluta della narrazione, una lingua che non è tanto parlata dall’autore e dai personaggi ma che fa parlare i personaggi.
Testimonianza sconvolgente sull’inferno dei Lager, libro della dignità e dell’abiezione dell’uomo di fronte allo sterminio di massa, “Se questo è un uomo” è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza già classiche. È un’analisi fondamentale della composizione e della storia del Lager, ovvero dell’umiliazione, dell’offesa, della degradazione dell’uomo, prima ancora della sua soppressione nello sterminio. Primo Levi, reduce da Auschwitz, pubblicò Se questo è un uomo nel 1947: Italo Calvino lo descrisse come il più bel libro uscito dall’esperienza della deportazione e Pietro Calamandrei ne pubblico alcuni capitoli su Il Ponte, prestigiosa rivista letteraria dell’epoca.
In una sorta di dantesca discesa agli inferi, l’autore racconta l’indicibile cercando di mantenere l’oggettività e il distacco dello scienziato davanti all’orrore, ricostruisce i meccanismi e i comportamenti, i rapporti tra vittime e carnefici, in un viaggio nella memoria di una delle pagine più tragiche del Novecento.
Ingresso spettacoli ore 21.30 – Inizio spettacoli ore 21.45
Informazioni: tel. 328.1719747 Email: augustotolari.51@gmail.com