di Roberta Locci
con Lara Farci e Federico Saba
Si sente sempre più spesso demonizzare l’utilizzo massivo che gli adolescenti fanno del cellulare, senza soffermarsi troppo sulle reali esigenze a ciò sottese. Questo loro comportamento non si configura come una “dipendenza” ma come un nuovo modo di pensare e comunicare. Spazio e tempo vengono vissuti in maniera diversa e le attese sono completamente azzerate. Le relazioni non hanno più un “luogo” preciso e possono essere vissute in qualsiasi momento del giorno e della notte. Ciò comporta inevitabilmente una scorporizzazione relazionale che li rende incapaci di gestire la solitudine e spesso… la presenza reale.
Nella generazione digitale si avverte chiaramente un diverso modo di vivere o non vivere le emozioni. Il tentativo di un adolescente che sta ore davanti al pc o che inizia a bere o fumare è sempre quello di stare meglio, non peggio. E’ un modo di trovare “scorciatoie” relazionali, per crescere, un mezzo per attirare l’attenzione o per scaricare la rabbia. E’ una richiesta di aiuto nella gestione delle emozioni. Generazione 2.0 è il risultato di un’indagine sul mondo dei ragazzi delle scuole medie, che si è posta come obbiettivo quello della costruzione di un puzzle emotivo-comportamentale nel quale i ragazzi stessi potessero riconoscersi. Grazie agli incontri e alle interviste con gli alunni del “Convitto Nazionale” di Cagliari è stato possibile raccogliere le “tessere” del loro vissuto quotidiano, che hanno delineato la composizione dello spettacolo finale. Estraniarsi dalle situazioni quotidiane
per osservarle da un’altra prospettiva permette ai ragazzi non solo di sviluppare un senso critico ma li permette di oggettivare la loro realtà per una migliore comprensione di sé. Generazione 2.0 è uno spettacolo teatrale work in progress aperto e attento ai cambiamenti comportamentali delle nuove generazioni. E’ strutturato in cinque capitoli che affrontano le seguenti tematiche:
L’ABUSO TECNOLOGICO – difficoltà di individuare la separazione tra pubblico e privatorischio dell’utilizzo per gestire abitualmente le relazioni – distacco emotivo – rischio di rappresentare
un mezzo per gestire l’isolamento – difficoltà ad individuare la separazione tra reale e non reale.
LA GESTIONE DELLE EMOZIONI – rabbia- solitudine – paura – dolore -insicurezza.
LA GESTIONE DELLE RELAZIONI – con i genitori – con il gruppo di coetanei con il singolo.
A fine spettacolo gli autori intavoleranno una discussione su ciò che è stato visto, stimolando i ragazzi ad esprimere critiche e opinioni che saranno poi oggetto di ulteriore elaborazione scenica.
Questo permetterà al progetto di evolversi nel tempo mantenendo inalterati i presupposti di base.