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GIU’ LA MASCHERA – “Le Mille e una Notte” del Teatro del Carretto inaugura la stagione di prosa 2014-15 del CeDAC al Teatro Civico Oriana Fallaci di Ozieri

CeDAC
XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo
GIU’ LA MASCHERA!

Ozieri – Teatro Civico Oriana Fallaci
Stagione di Prosa 2014-15

giu la maschera 2014

COMUNICATO del 09.01.2015

Il fascino dei grandi classici e una particolare attenzione alla nuova drammaturgia per la Stagione di Prosa 2014-15 al Teatro Civico Oriana Fallaci di Ozieri, organizzata dal CeDAC – nell’ambito del XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo, con lo slogan di gusto pirandelliano “Giù la Maschera!” – con il patrocinio e il sostegno del Comune di Ozieri. Cinque spettacoli in cartellone – dall’11 gennaio fino al 23 aprile 2015 – dall’intrigante mise en scène de “Le mille e una notte” in chiave contemporanea firmata dal Teatro del Carretto, a “Ospiti”, commedia sentimentale e cinica di Angelo Longoni, a “La creatura” di Lelio Lecis (da un dramma di Henrik Ibsen); da “Gl’Innamorati” di Carlo Goldoni con Nello Mascia all’“Apocalisse” del Teatro dell’Archivolto – dai racconti di Niccolò Ammaniti – con un funambolico Ugo Dighero.

Tra i protagonisti artisti del calibro di Nello Mascia, attore partenopeo dall’intensa carriera (dagli esordi nella compagnia di Eduardo De Filippo al lungo sodalizio con Tato Russo, dalla “Tempesta” di Giorgio Strehler a “I dieci comandamenti” di Mario Martone, alla riscoperta del teatro di Raffaele Viviani); e Ugo Dighero, interprete eclettico e dalla straordinaria vis comica, a suo agio sulla scena come sul grande e sul piccolo schermo: fondatore dei Broncoviz con Maurizio Crozza, spazia da trasmissioni cult come “Avanzi” a fiction come “Un medico in famiglia”.

Sotto i riflettori anche Cesare Bocci, Eleonora Ivone, Marco Bonini – volti noti al grande pubblico del cinema e soprattutto della televisione – nel cast di “Ospiti”; e un’intensa e bravissima Elsa Bossi, protagonista de “Le mille e una notte” accanto a Giacomo Vezzani e Nicolò Belliti; e ancora Lea Karen Gramsdorff, in scena con Simeone Latini, Rosalba Piras e Tiziano Polese ne “La creatura”.

Nella Stagione di Ozieri spiccano compagnie storiche come il Teatro del Carretto, con la sua cifra immaginifica e visionaria, e il Teatro dell’Archivolto, da sempre impegnato nel rinnovamento delle forme e degli stili del narrare e delle molteplici possibilità espressive dei linguaggi della scena, e l’Akròama/ Teatro Stabile d’Innovazione che ha saputo fondere gli archetipi della cultura sarda e mediterranea a una sensibilità contemporanea; ma anche un giovane ensemble come Il Mulino di Amleto, alle prese con una tra le più fortunate commedie di Goldoni, “Gl’Innamorati”.

GLI SPETTACOLI

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Il sipario del Teatro Civico Oriana Fallaci si aprirà domenica 11 gennaio alle 21 sulla crudele fiaba orientale de “Le mille e una notte” nella versione del Teatro del Carretto con la regia di Maria Grazia Cipriani e scene e costumi di Graziano Gregori: la storia di Shahrazad, figlia del Visir, che incanta il sultano Shahriyar, distogliendolo dal truce proposito di assassinare le sue mogli – e salva così se stessa e le altre donne – s’intreccia a miti e frammenti di teatro e poesia in cui ricorre il tema della violenza contro le donne, preludio alle tremende cronache dell’oggi.

L’antica raccolta persiana, in cui le novelle s’incastrano l’una nell’altra inanellandosi come in una catena, si trasforma, pur con identica struttura a labirinto, in un’antologia di storie evocate sulla scena dai tre interpreti – Elsa Bossi, Giacomo Vezzani e Nicolò Belliti: da Ofelia e Desdemona, entrambe morte d’amore, alla ninfa Eco respinta da Narciso e la bella Dafne invano inseguita da Apollo; dalla leggenda del Minotauro, e di Arianna abbandonata a Nasso da Teseo, a un’eco della Carmen, uccisa da un Don José folle di gelosia, sullo sfondo della corrida.

Archetipi di incubi contemporanei che innumerevoli donne continuano a sperimentare sulla propria pelle affiorano dalle “Metamorfosi” di Ovidio, dai drammi di William Shakespeare, dall’“Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto: la pazzia del paladino innamorato di Angelica ricorda quella di Otello, l’indifferenza di Narciso quella (simulata) di Amleto. “Le mille e una notte” propone un raffinato gioco metateatrale, tra sottili rimandi per cui ogni vicenda sembra proseguire idealmente nell’altra, e in un’altra, e un’altra ancora, senza soluzione di continuità tra il mito e l’orrore del presente; e la bella Shahrazad per salvarsi la vita e sfuggire alla sanguinosa vendetta del sultano continua la sua narrazione, che si trasfigura in uno struggente e fiducioso inno alla vita.

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Sarà poi la volta – venerdì 29 gennaio alle 21 – di “Ospiti”, commedia dolceamara scritta e diretta da Angelo Longoni (drammaturgo e scrittore, sceneggiatore per il cinema e la televisione; sua anche la regia del “Caravaggio” con Alessio Boni): tre personaggi, due uomini e una donna s’incontrano come per caso, e si trovano a fare in conti con la loro parte più segreta e fragile davanti all’ipotesi di un nuovo amore, che potrebbe cambiare il corso delle loro vite.

In scena Cesare Bocci – volto noto del piccolo schermo – da “Zanzibar” a “Un posto al sole” e “Il commissario Montalbano” fino a “Provaci ancora prof” e “Un’altra vita” di Cinzia TH Torrini, nonché attore di cinema (da “L’aria serena dell’ovest” di Silvio Soldini a “Princesa”, a “Benvenuto, Presidente!” di Riccardo Milani) e teatro – accanto alla bella Eleonora Ivone (una carriera fra televisione, teatro e cinema, dove ha esordito in “Uomini senza donne”, ha interpretato varie fiction e il ruolo di Chiara nel film “Non aver paura”) e a un eclettico Marco Bonini, attore e produttore e sceneggiatore cinematografico, con trascorsi da danzatore, alterna gli impegni in teatro con il set di fiction e films – recentemente sul grande schermo in “Pane e burlesque” e “2047 – Sights of Death”.

Pièce brillante, romantica e cinica insieme “Ospiti” (produzione Pragma) racconta le complicazioni sentimentali alle soglie del terzo millennio, nell’era delle chat e dei social network, ma anche degli stalkers in agguato: la paura di innamorarsi fa pendant con la tentazione di sperimentare la vertigine della passione, e con l’incapacità di segnare un confine tra sé e l’altro, ma su tutto domina l’imprevedibilità del cuore.

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Titolo emblematico – “La creatura” – per lo spettacolo di Akròama/ Teatro Stabile d’Innovazione scritto e diretto da Lelio Lecis, e interpretato da Lea Karen Gramsdorff, Simeone Latini, Rosalba Piras e Tiziano Polese, in cartellone giovedì 26 gebbraio alle 21: liberamente tratto da “Quando noi morti ci destiamo” di Henrik Ibsen, il testo racconta il rapporto fra l’artista e la sua opera. Uno scultore di fama, consacrato al successo imperituro da una “Resurrezione”, ripercorre a ritroso la propria esistenza, dedicata alla sola arte, cui ha sacrificato la felicità e perfino l’amore: sua interlocutrice e guida è una donna misteriosa, lo spirito della modella che ha ispirato la sua opera più celebre e fortunata. Un incontro impossibile e surreale, per una riflessione sul doloroso dilemma fra arte e vita: ogni scelta implica una rinuncia, ma dietro la mano che plasma la materia c’è un essere umano con il groviglio delle sue passioni e dei suoi istinti, e con tutte le sue contraddizioni. Dinanzi a lui la sua musa, colei la cui effigie è diventata per tutti gli altri il simbolo del suo talento, ma pure una creatura pulsante di vita: l’ambiguo legame tra il maestro e la modella, e tra costei e la sua immagine ha segnato fortemente il destino di quella donna sensibile e bellissima, aperta all’amore ma respinta nell’ombra, si direbbe, proprio dalla gloria. L’altissimo piedistallo che dava slancio e respiro alla “Resurrezione” ha contribuito ad innalzare lo scultore agli occhi dei contemporanei e dei posteri, privandolo però di tutte le emozioni legate alla sua natura terrena.

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L’ironia della commedia trionfa ad Ozieri sabato 28 marzo alle 21 con “Gl’Innamorati” di Carlo Goldoni, opera famosissima e felice nell’invenzione dei caratteri, a partire dai due giovani protagonisti, Eugenia, gelosissima e capricciosa, e Fulgenzio, mite e paziente ma non meno possessivo di lei, il cui fidanzamento è un susseguirsi di litigi e rappacificazioni, tra gelo e fuoco, in un’altalena delle emozioni. L’autore mette in scena vizi e debolezze, e rare virtù, di un microcosmo formato da padroni e servi: la saggezza di questi ultimi, e la loro conoscenza e accettazione della natura umana accentua il ridicolo dello zio e tutore della fanciulla, un arrampicatore sociale senza mezzi, millantatore di grandi amicizie e magnifiche relazioni nel bel mondo, che per le sue manie di grandezza rischia di mandare in rovina tutta la casa. In un via vai di ospiti, corteggiatori, amici di famiglia, e indaffarati servitori, tra baruffe d’innamorati e tentativi di metter pace, equivoci e piccoli intrighi domestici, prende vita sul palco un vivido affresco della società.

Nel cast de “Gl’Innamorati” nell’allestimento de Il Mulino di Amleto in collaborazione con la Fondazione del Teatro Stabile di Torino – spicca il nome di Nello Mascia, eclettico interprete che spazia dal teatro popolare napoletano al teatro dell’assurdo, accanto a Marco Lorenzi (che firma anche la regia) e a Fabio Bisogni, Barbara Mazzi, Maddalena Monti e Raffaele Musella; scene e costumi sono di Gaia Moltedo e le luci di Monica Olivieri, mentre le musiche originali sono di Davide Arneodo (Marlene Kuntz).

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Suggellerà la Stagione di Prosa 2014-15 a Ozieri – giovedì 23 aprile alle 21 – l’“Apocalisse” del Teatro dell’Archivolto, dai racconti di Niccolò Ammaniti (con il contributo di Antonio Manzini) per la regia di Giorgio Gallione (con scene e costumi di Lorenza Gioberti e luci di Aldo Mantovani): lo spettacolo interpretato da Ugo Dighero nasce dall’incrocio de “Lo zoologo” (tratto da “Fango”) e “Sei il mio tesoro” (pubblicato nel volume “Crimini”) con la storia di un uomo colpito da un male misterioso. L’idea di una prossima fine del mondo, e un’esasperata paura di vivere, ispirano le trame grottesche e i feroci ritratti di un’umanità in disfacimento tra zombie laureati e folli chirurghi, ultras demenziali e cabarettisti cialtroni, stelline senza talento e poliziotti senza principi. Una sorta di lucido delirio, un incalzare di strane visioni tra incubo e psichedelia, per una satira della civiltà occidentale e dei suoi mostri che narra con un linguaggio crudo e graffiante gli aspetti più paradossali dell’esistenza, in un catalogo degli ideali perduti e del disincanto. Il protagonista, barricato in una casa/hangar e terrorizzato dagli effetti collaterali di ogni gesto, anche involontario, di ogni processo biologico e perfino di ogni impulso del cuore, diventa l’ultimo testimone di un pianeta prossimo alla distruzione.

«Lo spettacolo è una perfida parodia di una società alla deriva, un po’ operetta a/morale e un po’ favola nera. Ma, lo sappiamo, nel tempo dell’Apocalisse le favole sono cambiate e “nella bocca dei poeti anche la bellezza è terribile”».

La Stagione di Prosa 2014-15 al Teatro Civico Oriana Fallaci di Ozieri, organizzata dal CeDAC con il patrocinio e il sostegno dell’amministrazione comunale (nell’ambito del XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo con lo slogan “Giù la maschera!”), è patrocinata e sostenuta dal MiBACT/ Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, e dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Sardegna, con il supporto della Fondazione Banco di Sardegna e uno sponsor prezioso come Sardinia Ferries.

CONTATTI: per l’Ufficio Stampa del CeDAC/ Sardegna:
Anna Brotzu – cell. 328.6923069 – cedac.uffstampa@gmail.com

 

 

 

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Ozieri – Teatro Civico Oriana Fallaci

Stagione di Prosa 2014-15

11 gennaio

Teatro del Carretto
Le mille e una notte
con Elsa Bossi, Giacomo Vezzani, Nicolò Belliti
drammaturgia e regia Maria Grazia Cipriani

 

 

29 gennaio

Pragma
Ospiti di Angelo Longoni
con Cesare Bocci, Eleonora Ivone, Marco Bonini
regia Angelo Longoni

 

 

26 febbraio

Akròama
La creatura
liberamente tratto da Quando noi morti ci destiamo di Henrik Ibsen
con Lea Karen Gramsdorff, Simeone Latini, Rosalba Piras e Tiziano Polese
drammaturgia e regia Lelio Lecis

 

 

28 marzo

Fondazione del Teatro Stabile di Torino/ Il Mulino di Amleto
Gl’Innamorati di Carlo Goldoni
con Nello Mascia
regia Marco Lorenzi

 

 

23 aprile

Teatro dell’Archivolto
Apocalisse
dai racconti di Niccolò Ammaniti
con Ugo Dighero
regia Giorgio Gallione

 

INFO & PREZZI

Abbonamenti 5 spettacoli:

posto unico: intero €50 – ridotto €40

 

Biglietti:

Posto unico: intero €14 – ridotto €11

info: tel. 079 788577 – cell. 349 3614265

www.cedacsardegna.it