di Luigi Pirandello

Teatro de Gli Incamminati – Diablogues
Teatro Stabile della Sardegna
Teatro Carcano
in collaborazione con
Teatro Comunale di Imola

luci Maurizio Viani
scene Marc’Antonio Brandolini
costumi Mela Dell’erba
foto di scena Tommaso Le Pera

con
Stefano Randisi e Enzo Vetrano

e con
Maria Cucinotti, Marika Pugliatti, Giovanni Moschella,
Giuliano Brunazzi, Luigi Tabita, Ester Cucinotti,
Antonio Lo Presti, Margherita Smedile,
Eleonora Giua, Paolo Baietta

regia
Enzo Vetrano e Stefano Randisi

L’arrivo della Compagnia della Contessa Ilse alla villa del Mago Cotrone e dei suoi “scalognati” somiglia al rispecchiamento di un’idea utopica con la sua impossibile realizzazione. La compagnia, fedele all’idea di Poesia assoluta, si è ormai ridotta in miseria: nessuno, nel mondo, sembra più comprendere e accettare il suo messaggio. Ma ecco che arrivati alla Villa, come in un sogno (e il finale dell’opera è stato veramente dettato da Pirandello al figlio Stefano dopo un sogno chiarificatore) ciò che i teatranti cercano strenuamente sembra manifestarsi in quel luogo. In un gioco fantastico di apparizioni ed evocazioni, di doppi e di identità rubate, la Villa stessa dà corpo ai personaggi, alle scene, alle musiche, alle atmosfere che i poveri attori non sono più in grado di riprodurre. Il Mago Cotrone invita i teatranti a rimanere lì, per creare nuovi e più favolosi sogni dei quali potranno godere insieme, ma la Contessa Ilse, personificazione del Teatro puro, non può accettare che la sua missione di portare e far vivere la Poesia tra la gente si chiuda entro le mura di quel luogo, e decide di affrontare il confronto con la realtà, a costo della sua stessa vita.

Due alberi faranno da prologo e da epilogo a questo spettacolo: all’inizio un cipresso, tipico albero da camposanto, albero dell’Ade, come se si fosse, in quel luogo, ai confini dell’aldilà, dove si potrebbe, con un semplice passo, scivolare nell’invisibile. Alla fine, quando tutti gli eventi si saranno compiuti, un olivo saraceno, simbolo di vita e di memoria, a rappresentare e contenere in sé il passato, il presente e il futuro.

Per Vetrano e Randisi I Giganti della Montagna rappresentano l’approdo di un lungo viaggio nel mondo pirandelliano cominciato nel ‘99 con la messinscena de Il berretto a sonagli e proseguito, con la formazione di una Compagnia particolarmente affiatata, con L’uomo, la bestia e la virtù e il più recente Pensaci, Giacomino!, spettacolo selezionato nella terna finalista al Premio Eti – Gli Olimpici del Teatro 2009 per la categoria Miglior Spettacolo di prosa.

I Giganti della Montagna, ultimo testo incompiuto di Luigi Pirandello attendeva da anni, nella mente dei due attori-registi siciliani, un incontro con il palcoscenico.