Zerogrammi – Biancateatro
un progetto di e con Silvia Battaglio
(scrittura di scena liberamente ispirata a Barbablù di Charles Perrault)
suggestioni letterarie William Shakespeare, Georgi Gospodinov, Antonio Ferrara, Fratelli Grimm
suggestioni musicali Bach, Fazil Say, Alva Noto, Louis Ferrari
testi, voce e elaborazione sonora Silvia Battaglio
disegno luci Tommaso Contu
produzione Zerogrammi | in collaborazione con Biancateatro
coproduzione Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare, Festival INCANTI,
Officine CAOS/Residenza Arte Transitiva
con il contributo di Casa LUFT, Tangram Teatro, Gruppo Abele ONLUS in partenariato con Anima International Festival/Is Mascareddas, Alpe Adria Puppet Festival/CTA Gorizia, Festival Internazionale Arrivano dal Mare/Teatro del Drago, Festival Internazionale Immagini dall’Interno/Teatro del Lavoro, IF Festival/Teatro del Buratto con il sostegno di TAP Torino Arti Performative, Regione Piemonte, MIC Ministero della Cultura
un ringraziamento a Alfonso Cipolla, Stefano Mazzotta, Claudio Coloberti, Alberto Jona,
Amina Amici, Daniele Rizzo, Roberta Savian
Poiché la fiaba, così come il mito, è quasi sempre luogo di incontro genuino tra forze opposte e contrarie, essa può essere veicolo letterario per elaborare sul piano teatrale argomenti particolarmente attuali, sensibilizzando in modo trasversale il pubblico su questioni che ci riguardano da vicino.”La Sposa Blu” è una scrittura di scena per performer e marionette costruita su una drammaturgia composita e multidisciplinare che attinge dalla danza, dal teatro fisico e di figura, in cui la costruzione del racconto sottende la sperimentazione. Attraverso l’interazione scenica con tre singolari marionette degli anni ’40 appartenenti alla storica collezione Toselli e custodite presso l’Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare, il lavoro intende percorrere gli archetipi e i contenuti della fiaba, aprendo un possibile sguardo sul presente.
Lo spettacolo è costruito intorno alla figura della sposa di Barbablù che – non conformandosi al classico femminile delle fiabe e non omologandosi ai dettami del consorte – opta per una sorta di ‘legittima difesa’ e si oppone al violento destino che il marito vorrebbe consegnarle. Puoi aprire soltanto le porte delle stanze che dico io, sono le parole che Barbablù ripete, impostando la relazione affettiva all’insegna del possesso, della paura e del controllo: è dunque nel rifiuto di questo ricatto che la sposa Blu decide di aprire la porta segreta, al di là della quale scopre i corpi occultati delle precedenti marionette-spose che, tornando in vita, scivolano dentro un ‘racconto’ sospeso tra fiaba e realtà, dove l’elemento della trasgressione assume il valore di una redenzione salvifica. Aprendo quella porta segreta che di fatto la porterà alla conoscenza e a mutare la trama del suo ‘destino’, la sposa Blu avvia un processo di ‘sospensione dell’irrevocabile’, affrancandosi da un’esistenza costruita sul possesso, sull’inganno e sul controllo.
Nel suo delicato percorso di riscatto e trasformazione, la sposa Blu aspira alla ricerca della luce che abita nei luoghi arcani dell’oscurità e – incarnando il desiderio di non lasciarsi manipolare e soggiogare dalla violenza – attraversa il vasto abisso del potere, metaforicamente rappresentato da Barbablù, per riemergere e parlarci d’amore e liberazione, per svelare l’ignoto al di là dell’apparenza, nella scoperta di noi stessi oltre gli stereotipi di genere.
DRAMMATURGIA E LINGUAGGIO
Lo spettacolo si profila come una scrittura di scena animata dai corpi delle tre marionette-spose che, insieme alla performer, diventano parte di una drammaturgia organica, costruita attraverso un graduale lavoro di composizione e definizione degli ambienti. Seguendo gli snodi narrativi della fiaba, il lavoro si connota come un montaggio per immagini, corpo, suono e testo dove – più che narrare – si intende tracciare i contorni di un ‘racconto’ capace di tradurre in ‘movimento musicale’ la parola scritta, di trasformare in gesto danzato l’immaginario e di restituire, al contempo, i contenuti e la temperatura della fiaba.
Attraverso un’approfondita ricerca sulle immagini e un lavoro di esplorazione sonora, il lavoro è mirato alla costruzione di una drammaturgia composita, caratterizzata da un linguaggio multidisciplinare, ibrido, collocabile tra il teatro fisico e la danza, dal forte segno evocativo, aperto alla sperimentazione e al teatro di figura. Il lavoro sul corpo – che si ispira metodologicamente anche allo studio sulla biomeccanica della marionetta secondo la prassi di Mejerchol’d e alla poetica di Von Kleist ampiamente articolata nella sua opera letteraria Sul teatro delle marionette – risulta fondamentale per la costruzione della relazione scenica con le marionette, laddove il linguaggio andrà costruendosi per quadri corporei e ambienti sonori, capaci di evocare i luoghi della fiaba e di tracciare al contempo una narrazione contemporanea.
Silvia Battaglio
Performer, regista, formatrice Silvia Battaglio collabora stabilmente con la compagnia ZEROGRAMMI, percorrendo dal 2005 un suo iter autorale che ha visto negli anni la collaborazione di importanti realtà, tra cui si segnala quella con l’ODIN TEATRET, fondato e diretto da Eugenio Barba.
Laureata in Scienze Sociali presso l’Università degli Studi di Torino, studia danza classica (Metodo R.A.D.) per dieci anni presso il Centro Didattico di Torino, sotto la docenza di Sara Acquarone e Marilena Goria. Conclude nel 1998 il ‘Corso in Laban Movement Analysis’ presso Art Therapy Italiana di Bologna, ampliando poi la sua formazione in campo teatrale diplomandosi nel 2002 presso l’ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Nazionale. Prosegue e approfondisce gli studi coreutici con Simona Bucci, Adriana Borriello, Roberto Castello, Michela Lucenti, Abbondanza/Bertoni, Emio Greco.
Consegue successivamente il titolo di ‘Insegnante di Pilates Matwork’ presso la PPM (Pilates Postural Method), disciplina fisica che attualmente integra all’interno dei numerosi seminari di teatro fisico che conduce dal 2005, attraverso un’intensa attività pedagogica.
Ha lavorato in diversi progetti e produzioni teatrali, tra cui si segnalano Don Chisciotte e Romeo e Giulietta, produzione ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione, (Teatro Storchi 2001, Teatro delle Passioni 2002/2003, Festival Sant’Arcangelo 2002/2003, Butrinti Summer Festival 2002/2003); Biosculture, produzione ALDES (TorinoDanza 2004); Stravaganza (2002) e Il viaggio di Ulisse, produzione Tangram Teatro (Teatro Stabile Torino 2007); Fare albero, produzione Zerogrammi (Teatro Piemonte Europa 2011); TitoloDaDefinire produzione Zerogrammi (Lavanderia a Vapore 2020); Ristory. La finestra sul racconto, progetto Università degli Studi di Torino (2020); Progetto Nomis, progetto Gruppo Abele Onlus/Castello di Rivoli (2021); Il cavallo di legno, progetto Università degli Studi di Bari/Fondazione Barba-Varley/Nuovo Teatro Abeliano (2022).
Nel 2012, l’incontro con l’ODIN TEATRET segna un punto di svolta nel percorso artistico, tale incontro permette l’avvio a un intenso periodo di studio e residenza artistica, e alla successiva coproduzione della creazione, Lolita.
Tra gli spettacoli di cui è regista e interprete cui si segnalano La sposa Blu, nuova creazione 2022 prodotta da Zerogrammi, ispirata alla celebre fiaba Barbablu’ di Charles Perrault, presentata all’interno del FESTIVAL INCANTI di Torino come risultato di una coproduzione con l’ISTITUTO PER I BENI MARIONETTISTICI E IL TEATRO POPOLARE e OFFICINE CAOS, debutta per la stagione 2021/2022 della TPE – FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA.
Ballata per Minotauro, ispirato all’opera letteraria di Friedrich Durrenmatt, ha debuttato nella stagione 2019/2020 del Teatro Cafè Muller ed è stato coprodotto da Officine CAOS/Stalker Teatro, BRACT, Teatro19/Metamorfosi Festival, per poi essere riallestito nel 2021 in occasione del FESTIVAL SUMMER PLAYS – TST TEATRO STABILE TORINO.
Orlando.Le primavere, ispirato al romanzo di Virginia Woolf, ha vinto il PREMIO GIURIA TERRITORIALE – VERBANIA CROSS INTERNATIONAL PERFORMANCE AWARD 2016 e ha debuttato all’interno della stagione 2016/2017 del TST – TEATRO STABILE TORINO.
Lolita, ispirato al romanzo di Vladimir Nabokov, prodotto da Zerogrammi e coprodotto dall’ODIN TEATRET, lo spettacolo è stato presentato in Danimarca, per poi debuttare in Italia nella stagione 2014/2015 del TST – TEATRO STABILE TORINO.
IoLorenzo&Giulia, ispirato alle opere di Jorge Luis Borges, ha debuttato nella stagione 2011/2012 della TPE – FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA di Torino ed ha replicato all’interno di numerosi Festival, tra cui Asti Teatro Festival 2013.
Io amo Helen, ispirato alla biografia di Helen Keller, ha debuttato nella stagione 2011/2012 dell’ODIN TEATRET, come frutto di intense collaborazioni tra le quali spicca quella con il DAMS e il CRUT (Centro Regionale Universitario per il Teatro).
Le corps de Jeanne, ispirato al testo di Teresa Cremisi, intenso lavoro di interazione tra teatro e multimedialità intorno al personaggio di Giovanna D’Arco, nato in collaborazione con Lucio Diana, ha debuttato nella stagione 2010/2011 della TPE – FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA.
Verso Elettra, prodotto da Tangram Teatro, ispirato all’opera teatrale di Hugo Von Hoffmannsthal, ha debuttato nella stagione 2008/2009 della TPE – FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA.Un sogno per Maria, prodotto da Tangram Teatro, costruito intorno alla figura di Maria di Nazaret e ispirato al noto romanzo di Erri De Luca, ha debuttato nella stagione 2007/2008 della TPE – FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA.
Ofelia, prodotto da Tangram Teatro, ispirato all’opera teatrale di William Shakespeare, ha debuttato in prima nazionale all’interno della stagione 2005/2006 del TST – TEATRO STABILE TORINO.
Sulla base di un linguaggio ibrido collocabile tra la danza e il teatro, in cui la parola è a servizio del gesto, il lavoro di creazione è orientato alla sperimentazione del linguaggio multidisciplinare e alla scrittura di scena, attraverso la rivisitazione delle opere teatrali dal repertorio classico e contemporaneo. L’osservazione e l’ascolto del ‘presente’ fanno spesso da innesco al processo poetico, che ha visto negli anni il susseguirsi di temi quali identità, potere, genere, famiglia, diversità, intorno ai quali è andata delineandosi la progettualità che ha fatto da guida alla produzione artistica di questi anni.