di William Shakespeare
traduzione e adattamento Alessandro Serra
regia, scene, luci, suoni, costumi Alessandro Serra
con (in o. a.) Fabio Barone, Andrea Castellano, Vincenzo Del Prete
Massimiliano Donato, Paolo Madonna, Jared McNeill, Chiara Michelini
Maria Irene Minelli, Valerio Pietrovita, Massimiliano Poli, Marco Sgrosso, Bruno Stori
collaborazione alle luci Stefano Bardelli
collaborazione ai suoni Alessandro Saviozzi
collaborazione ai costumi Francesca Novati
maschere Tiziano Fario
©photo Alessandro Serra
produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale | Teatro di Roma – Teatro Nazionale
ERT/Teatro Nazionale | Sardegna Teatro
Festival D’Avignon | MA scène nationale – Pays De Montbéliard
in collaborazione con Fondazione I Teatri Reggio Emilia
Compagnia Teatropersona
Alessandro Serra, autore di un teatro materico e ancestrale, Premio UBU per il “miglior spettacolo dell’anno” nel 2017 con Macbettu, protagonista di una straordinaria tournée nazionale ed internazionale, dirige una nuova edizione de La tempesta. La tempesta è un inno al teatro fatto con il teatro la cui forza magica risiede proprio in questa possibilità unica e irripetibile di accedere a dimensioni metafisiche attraverso la cialtroneria di una compagnia di comici che calpestano quattro assi di legno, con pochi oggetti e un mucchietto di costumi rattoppati. Qui risiede il suo fascino ancestrale, nel fatto cioè che tutto avviene di fronte ai nostri occhi, che tutto è vero pur essendo così smaccatamente simulato, ma soprattutto che quella forza sovrumana si manifesta solo a condizione che ci sia un pubblico disposto ad ascoltare e a vedere, a immaginare, a condividere il silenzio per creare il rito. L’uomo avrà sempre nostalgia del teatro perché è rimasto l’unico luogo in cui gli esseri umani possono esercitare il proprio diritto all’atto magico.
Note di regia di Alessandro Serra
«Nella tempesta il sovrannaturale si inchina al servizio dell’uomo, Prospero è del tutto privo di trascendenza, eppure con la sua rozza magia imprigiona gli spiriti della natura, scatena la tempesta, e resuscita i morti. Ma sarà Ariel, uno spirito dell’aria, ad insegnargli la forza della compassione, e del perdono. Su quest’isola-palcoscenico tutti chiedono perdono e tutti si pentono ad eccezione di Antonio e Sebastiano, non a caso gli unici immuni dalla bellezza e dallo stato di estasi che pervade gli altri. Il fatto che Prospero rinunci alla vendetta proprio quando i suoi nemici sono distesi ai suoi piedi, ecco questo è il suo vero innalzamento spirituale, il sovrannaturale arriva quando Prospero vi rinuncia, rinuncia a usarlo come arma. Ma il potere supremo, pare dirci Shakespeare, è il potere del Teatro. La tempesta è un inno al teatro fatto con il teatro, la cui forza magica risiede proprio in questa possibilità unica e irripetibile di accedere a dimensioni metafisiche attraverso la cialtroneria di una compagnia di comici che calpestano quattro assi di legno, con pochi oggetti e un mucchietto di costumi rattoppati».