Archivio stagione 2014/2015
La vita non è un film di Doris Day: Paola Gassman, Lydia Biondi e Mirella Mazzeranghi – per la regia di Claudio Bellanti – in tournée nell’Isola con il CeDAC
CeDAC
XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo
GIU’ LA MASCHERA!
Stagione di Prosa 2014/2015
MTM/ MimoTeatroMovimento / Cinderella Flatbush LLC
La vita non è un film di Doris Day
di Mino Bellei
lunedì 23 marzo 2015 – ore 21 LANUSEI / Teatro Tonio Dei
martedì 24 marzo 2015 – ore 21 ALGHERO / Teatro Civico
mercoledì 25 marzo 2015 – ore 21 TEMPIO PAUSANIA / Teatro del Carmine
giovedì 26 marzo 2015 – ore 21 PALAU Cine Teatro Montiggia
Si apre il sipario su “La vita non è un film di Doris Day” di Mino Bellei, divertente e dissacrante commedia sull’amicizia al femminile, che vede protagoniste tre formidabili attrici – Paola Gassman, Lydia Biondi e Mirella Mazzeranghi – per la regia di Claudio Bellanti: la pièce (che sostituisce nel cartellone del XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo del CeDAC “Ti posso spiegare…” di e con Michele La Ginestra) debutterà in prima regionale lunedì 23 marzo alle 21 al Teatro Tonio Dei di Lanusei (invece del 27 marzo), e approderà martedì 24 marzo alle 21 al Teatro Civico di Alghero, poi sarà in scena mercoledì 25 marzo sempre alle 21 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania e infine giovedì 26 marzo alle 21 al Cine Teatro Montiggia di Palau.
Tre donne diversissime – per sensibilità, temperamento e attitudini – una più frivola e leggera, l’altra, già artista di successo, giunta alla fine della carriera e sull’orlo di una crisi di nervi, la terza, spirito indipendente e pratico, ma in fondo arrabbiata con la vita, s’incontrano per scambiarsi gli auguri di Natale ma proprio in quel giorno di festa affiorano i pensieri inespressi, i segreti custoditi per anni, le antiche amarezze e incomprensioni.
La verità può far male ma la sincerità è in fondo la vera chiave dell’amicizia, che permette di guardarsi allo specchio e conoscersi a fondo, ammettendo errori e fallimenti, ma anche trovando insieme le ragioni e la forza di andare avanti: il segreto è una misteriosa alchimia di simpatia, affinità e differenze che fanno sì che l’una sia complementare all’altra, e pure nella schiettezza ciascuna possa trovare la fondamentale solidarietà e complicità, il perfetto equilibrio tra quel che è più difficile ammettere e ciò che più si desidera.
Tra colpi di scena e inattese rivelazioni, “La vita non è un film di Doris Day” (nell’allestimento di MTM/ MimoTeatroMovimento in collaborazione con Cinderella Flatbush LLC) disegna tre ritratti di donne mature che attraverso le infinite traversie dell’esistenza hanno imparato a conoscersi e capirsi e conservano e trasmettono, nonostante tutto, la loro gioia di vivere.
COMUNICATO del 20.03.2015
Il fascino dell’intelligenza tra ironia e leggerezza per una commedia incentrata sull’universo femminile: sbarca nell’Isola (sotto le insegne del CeDAC, nell’ambito del XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo, con lo slogan – più che mai appropriato – “Giù la Maschera!”) “La vita non è un film di Doris Day” di Mino Bellei (nella mise en scène di MTM/ MimoTeatroMovimento in collaborazione con Cinderella Flatbush LLC) con la regia di Claudio Bellanti.
Protagoniste sotto i riflettori tre splendide attrici – Paola Gassman, Lydia Biondi e Mirella Mazzeranghi – interpreti di una storia d’amicizia, tra complicità e segreti, che sfida gli anni e le piccole e grandi tragedie della vita, finché, durante la consueta riunione natalizia, affiorano i ricordi e i fantasmi del passato, le incomprensioni, le parole rimaste in sospeso, le disillusioni e amarezze, tra inattese rivelazioni e note sarcastiche.
La pièce affronta con dissacrante umorismo temi fondamentali dell’esistenza, attraverso la capacità delle tre amiche di mettersi a nudo, con le loro virtù e le loro debolezze, le migliori qualità e i peggiori difetti, ormai parte inscindibile della personalità di ognuna: se Angelina è incantevole ma quasi inconsistente, lieve come una nuvola, icona di una femminilità non problematica, Amalia, al termine di una brillante carriera di attrice e cantante, forte del suo carisma e della sua bellezza, fa i conti con il futuro; infine Augusta, donna energica, volitiva e pratica, esprime tutta l’amarezza per tutto ciò che la vita apparentemente le ha sottratto, per il duro prezzo della sua indipendenza.
“La vita non è un film di Doris Day” di Mino Bellei – che sostituisce nella stagione del CeDAC l’annunciato “Ti posso spiegare…” di e con Michele La Ginestra (la cui tournée è stata sospesa per cause di forza maggiore) – debutterà in prima regionale lunedì 23 marzo alle 21 al Teatro Tonio Dei di Lanusei (invece del 27 marzo), per approdare martedì 24 marzo alle 21 al Teatro Civico di Alghero, mercoledì 25 marzo sempre alle 21 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania e infine giovedì 26 marzo alle 21 al Cine Teatro Montiggia di Palau.
L’atmosfera festosa e allegra della classica riunione natalizia si tinge di feroce ironia, in un crescendo di accuse e rivendicazioni, e l’irrituale scambio di auguri si trasforma in una lucida e irriverente analisi degli errori, dei fallimenti, delle incongruenze nelle scelte e nei comportamenti dell’una e dell’altra, tra scomode verità e pensieri inconfessabili, che finalmente vengono alla luce. La sincerità diventa un’arma capace di ferire profondamente, soprattutto perché colpisce nel segno e coglie i punti sensibili, riapre le antiche lacerazioni dell’anima, smaschera mezze bugie e autoinganni, fa riemergere rimpianti e rinunce: la conversazione tra amiche sembra trasformarsi in una guerra senza esclusione di colpi, in nome della schiettezza ciascuna tira fuori il peggio di sé.
Una tempesta di emozioni, in cui l’ira e l’indignazione, gli impulsi repressi per anni trovano finalmente una via di sfogo, ogni possibile ambiguità, ogni dubbio vengono cancellati in un turbinio di parole, attacchi sarcastici e impudiche rivelazioni: la solida e apparentemente inattaccabile amicizia fra le tre protagoniste vien messa a dura prova, nessun dettaglio viene risparmiato, non c’è spazio per nessuna pietà. Eppure quell’improvviso bisogno di franchezza, quell’ansia di verità, quel togliersi finalmente la maschera per mettersi a nudo, l’una di fronte all’altra, senza più difese, paradossalmente ma non troppo sembra alla fine rafforzare invece di indebolire quel profondo legame che le unisce, fatto anche di solidarietà e comprensione e di un’intima conoscenza che ciascuna ha dell’altra, fino a indovinarne i pensieri.
Il significato più vero dell’amicizia – e in particolare dell’amicizia al femminile, se una tale distinzione avesse senso – è proprio in quel potersi guardare allo specchio attraverso lo sguardo di un’altro essere che in fondo ci somiglia, ed è insieme come un’altra parte di noi stessi – volto vicino a quel nucleo più autentico in cui non esistono finzioni, e perfino gli errori e gli impulsi più segreti e inconfessabili trovano una ragione se non una giustificazione. Una singolare empatia, una capacità di identificarsi l’una nell’altra, di trovare le parole capaci di consolare e recare conforto, e insieme di affrontare la verità, anche la più crudele, senza veli e mediazioni – sono elementi fondamentali, e imprescindibili di un’amicizia– e così il perdono, e l’accettazione reciproca ma non acritica di quel che si è, la solidarietà senza riserve e insieme quell’assoluta onestà nel riconoscere meriti e torti, la disponibilità all’ascolto, la condivisione di gioie e amarezze.
L’ironia arricchisce l’esistenza e stempera il dolore, insegna a guardare nella giusta prospettiva, è la giusta chiave per arrivare al cuore, attraverso l’intelligenza: l’incontro fra tre amiche che si conoscono e frequentano, e si sopportano, praticamente da una vita, pur in quella furia rivelatrice, più che una catastrofe diventa una catarsi, un rito di purificazione e rappacificazione con se stesse e il proprio vissuto, l’inizio di un nuovo capitolo di un’amicizia che continua, sempre e comunque. Le radici della sorellanza son così profonde e intricate che spezzarle è quasi impossibile, e forse inutile, sarebbe come tagliar via una parte di sé; e del resto non sarebbe sensato rinunciare ad avere accanto interlocutrici preziose con cui guardare in faccia la realtà e ammettere che, in fondo, “La vita non è un film di Doris Day”.
Sul palco tre signore della scena:
Paola Gassman, figlia d’arte (il padre è Vittorio Gassman, e la madre Nora Ricci) e una vita dedicata al teatro, dagli esordi nell’“Orlando Furioso” di Luca Ronconi, e a seguire “La tragedia del vendicatore” di Ronconi e “Cucina” di Lina Wertmuller, “Spettri” e “Processo di famiglia” con la compagnia Brignone-Pagliai, gli spettacoli diretti da Vittorio Gassman e infine i successi della compagnia Pagliai-Gassman, con le fortunate messinscene di testi pirandelliani, rare ma significative apparizioni sul piccolo e sul grande schermo e le incursioni nella poesia.
Lydia Biondi – attrice teatrale e cinematografica, ha preso parte a fiction e serie televisive di successo – tra cui “La Squadra” e “Compagni di banco”, “Il bello delle donne”, “Diritto di difesa”, “L’onore e il rispetto”, “Il Sangue e la Rosa” e “Aldo Moro – Il presidente”. Nel cast di “Sole a catinelle” con Checco Zalone, ha partecipato a film come “Letters to Juliet” di Gary Winick, con Amanda Seyfried e Vanessa Redgrave e “Mangia prega ama” diretto da Ryan Murphy, con Julia Roberts; per la tv dopo “Furore – Il vento della speranza” di Alessio Inturri è la volta de “Il bosco” con la regia di Eros Puglielli.
Mirella Mazzeranghi – attrice e docente di recitazione – diplomata allo Studio di Arti Sceniche di Alessandro Fersen, ha studiato con Benno Besson, Daniela Boensh, Dominique Dupuy e Gabriella Bartolomei, per poi approfondire la ricerca sull’uso della voce, realizzando originali spettacoli fra parole e note tra Parigi e New York, Sidney, Praga e Dublino. Protagonista femminile in “Fluidofiume” da James Joyce, “Opera in greco antico” da Sofocle, “Il tamburo di fuoco” di F. T. Marinetti, collabora con alcuni compositori contemporanei; in scena al Teatro Eliseo con Leo Gullotta nelle scorse stagioni, in quarant’anni di carriera ha lavorato (tra gli altri) con Roberto Guicciardini, Mariano Rigillo, Beno Mazzone, Paolo Giuranna, Giovanni Lombardo Radice, Giancarlo Nanni, l’iraniana Shahroo Kheradmand e Maurizio Panici.
A loro il compito di prestar corpo e voce alle tre protagoniste di una emblematica storia di amicizia al femminile, da cui emergono la fragilità e la forza, e la capacità di reagire e risorgere, e tutta l’autoironia di cui son capaci le donne – a qualsiasi età. Per sorridere e pensare.
CONTATTI
per l’Ufficio Stampa del CeDAC/ Sardegna:
Anna Brotzu – cell. 328.6923069 – cedac.uffstampa@gmail.com
INFO & PREZZI
LANUSEI
Biglietti
platea primi posti: intero €14 – ridotto €12
platea secondi posti: intero €12 – ridotto €9
galleria: € 8
info: tel: 3388727641 – annarosapistis@yahoo.it
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ALGHERO
Biglietti
Platea: €15– ridotto €13
palco: int. €13 – rid €10
loggione: €7
info: tel: 349 4127271 – iousaidaniela@tiscali.it
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TEMPIO PAUSANIA
Biglietti
Platea intero e galleria centrale €15
Platea ridotto e galleria laterale €13
Loggione €6
riduzioni: under 25, over 65
Info:tel. 079 671580 – 079 630377 – infogiovani.tempio@tiscali.it – www.cedacsardegna.it
F teatrodelcarminetempio
PALAU
Biglietti:
intero €15 – ridotto €12
INFO: cell. 3317607446 – cedacpalau@tiscali.it
Fb: cedacpalau www.cedacsardegna.it –
MTM/ MimoTeatroMovimento
in collaborazione con Cinderella Flatbush LLC
La vita non è un film di Doris Day
di Mino Bellei
con Paola Gassman
Lydia Biondi e Mirella Mazzeranghi
costumi Annalisa Di Piero
scene Genella Falleri
disegno luci Fabio Galeotti
regia Claudio Bellanti
Lo spettacolo
Gli scienziati dicono che l’essere umano usa il 10% del proprio cervello e che occorreranno secoli prima che impari ad usare il restante 90%.
Angelina non sa usare nemmeno quel 10%. Lei è tutta lì, nel suo niente.
Amalia, invece è sicuramente una donna intelligente, ex attrice e cantante di grande successo, ex “bella”. Oggi è soltanto una donna sull’orlo del tracollo finanziario e nervoso, e che usa almeno un buon 20% del proprio cervello…
Augusta, donna energica, di poche parole, ma ricca di fatti…. probabilmente è quella che lo usa meglio: “sola e felice”, apparentemente, ma forse anche arrabbiata con la vita e con la propria percentuale d’uso cerebrale.
Spettacolo irriverente, divertentissimo, agito da tre anziane amiche che alla soglia dei 70 anni, dopo la reciproca conoscenza, durata la gran parte della vita, scelgono il giorno di Natale per dirsi improvvisamente tutto quello che hanno taciuto nei decenni precedenti.
In fondo la verità è una sola. “La vita non è un film di Doris Day”
note di regia
La scelta di mettere in scena “La vita non è un film di Doris Day”, commedia scritta e interpretata da Mino Bellei in occasione delle sue prime rappresentazioni degli anni ’90, nasce dal desiderio di rendere omaggio all’intelligenza con cui la drammaturgia italiana ha saputo, e sa tuttora, affrontare le questioni profonde dell’esistenza umana. La commedia di Bellei, attraverso la divertente, dissacrante, provocatoria conversazione di tre vecchie amiche, affronta nodi esistenziali profondi, filtrati da un umorismo esilarante e una ironia feroce.
Quelli che vanno in scena sono degli auguri un po’ insoliti, che degenerano fino a diventare al vetriolo. Le tre amiche finiscono, infatti, per rivelarsi senza alcun pudore tutte le scomode verità a lungo celate per il quieto vivere. E’ proprio qui che lo spettacolo si rivela con tutta la sua provocatoria freschezza e la sua dissacrante energia. Il pubblico si riconosce nelle taglienti dichiarazioni elargite generosamente dalle protagoniste della pièce che, dopo essersi sfidate a colpi di esilarante e feroce sarcasmo, convergono nella profondità di un rapporto che le vede mettersi a nudo e unite da una sorte non poi così tanto dissimile. Perché la vita non sarà di certo rosea come un film di Doris Day, ma l’amicizia nulla teme.
Claudio Bellanti