/ Archivio stagione 2016/2017

L’albero del riccio. Antonio Gramsci – Teatro Ragazzi

Bocheteatro

L’albero del riccio. Antonio Gramsci

Antonio Gramsci dal bambino all’adulto

di e con Giovanni Carroni

Tempo fa, sotto richiesta dei miei due figli Andrea e Salvatore, mi sono messo a rovistare tra le foto di famiglia, per trovarne alcune che mi ritraggono da ragazzo con tutti i capelli in testa. Era questa la loro grande curiosità : subito dopo grandi risate, sberleffi… “com’eri buffo, non sembri neanche tu , irriconoscibile, bi chi ses anticu.(sei proprio antico). ..; così siamo andati avanti a vedere tante altre foto, di tutto il parentado.. E’ stato allora che, oltre alle foto, mi è capitato tra le mani un vecchio raccoglitore verde con i fogli plastificati , dove avevo riposto in ordine cronologico tutte le tessere del P.C. No, non del personal computer, ma del Partito Comunista Italiano di mia nonna mio nonno, mio padre mia madre e mio zio Francesco, il barbiere, noto Cucuiedda . Così ho ripensato al vecchio P.C., al Partito dei miei nonni, di mio padre, a quella militanza passionale quasi romantica, a quella fede, a quel grande ingenuo sogno di “ Proletari di tutti paesi, virgola, unitevi!!”. Frase che spesso stava stampigliata sul fronte delle tessere di iscrizione al Partito.

Un sogno infranto prima con Stalin (ripudiato da un inascoltato Lenin), e da altri più o meno simili a lui in altre parti del mondo. Ma a parte la caduta del muro comunista, (fermo restando che di muri ne devono cadere ancora tanti, e tanti ne stanno edificando di nuovi politici e religiosi.), mi chiedevo: in Italia , sarà pure rimasta qualcosa di buono di quel grande ingenuo sogno , di quel comunismo, di quella grande sinistra italiana.- PAUSA LUNGA-. Io credo di si….

E nonostante le delusioni, le mortificazioni, le offese, la vergogna, di una parte della sinistra attuale, di quella sinistra del potere, dell’arroganza, dell’affarismo, io credo che i grandi valori della sinistra storica italiana non sono scomparsi, sono ancora dentro tanti di noi : parole come uguaglianza, fraternità, tolleranza, solidarietà , possono essere ancora manifesto per una militanza dell’onestà , della giustizia sociale, dell’educazione, della civiltà, dell’intelligenza..

Ecco , per via di quelle tessere, ho pensato di provare a raccontare un pochino di quella immensa eredità lasciataci da A. Gramsci. Un comunista che ha fatto la differenza, che fa la differenza, non solo in Italia, ma nel mondo. Tornando alle tessere, le stesse le ho volute utilizzare per la composizione grafica della locandina dello spettacolo, e a vederle così , un po’ alla rinfusa, tute colorate, non sono poi così inquietanti o tristi. A me tornano alla memoria ricordi teneri, pensieri allegri, forse di una nuova consapevolezza, di una nuova speranza.

Giovanni Carroni