Archivio stagione 2013/2014
“L’Impresario delle Smirne” di Carlo Goldoni con regia di Roberto Valerio tra Cagliari e Sassari
CeDAC
Questa è la nostra Stagione
La Grande Prosa al Teatro Massimo
stagione 2013/2014
Associazione Teatrale Pistoiese/ in collaborazione con Valzer Srl
L’Impresario delle Smirne
di Carlo Goldoni
Teatro Massimo di Cagliari/
2 > 6 aprile 2014
mercoledì 2 aprile 2014 – ore 20.30 / Turno A
giovedì 3 aprile 2014 – ore 17.00 / Turno P
giovedì 3 aprile 2014 – ore 20.30 / Turno B
venerdì 4 aprile 2014 – ore 20.30 /Turno C
sabato 5 aprile 2014 – ore 20.30 / Turno D
domenica 6 aprile 2014 – ore 19.00 / Turno E
INCONTRO CON GLI ARTISTI – per Oltre la Scena: l’appuntamento con l’attore e regista Roberto Valerio e la compagnia è per venerdì 4 aprile alle 17.30 alla MeM / Mediateca del Mediterraneo (via Mameli) a Cagliari – INGRESSO LIBERO
IN TOURNÉE
Nuovo Teatro Comunale di Sassari/
lunedì 7 e martedì 8 aprile 2014 – ore 21
Antonino Iuorio e Nicola Rignanese, e con Massimo Grigò e Federica Bern,Alessandro Federico, Chiara Degani, Peter Weyel.
info e contatti: cell. 345 4894565 – biglietteria@cedacsardegna.
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Associazione Teatrale Pistoiese/ in collaborazione con Valzer Srl
L’Impresario delle Smirne
di Carlo Goldoni
con Valentina Sperlì, Roberto Valerio,
Antonino Iuorio, Nicola Rignanese
e con Massimo Grigò
e Federica Bern, Alessandro Federico, Chiara Degani, Peter Weyel
scene Giorgio Gori
costumi Lucia Mariani
luci Emiliano Pona
adattamento e regia Roberto Valerio
Lo spettacolo
Composta nel 1759, l’opera è una splendida e divertente commedia che presenta un impietoso ritratto dell’ambiente degli artisti di teatro, ambiente che Goldoni conosce a fondo: può a ragione “parlarne per fondamento”, come egli stesso dichiara nella prefazione dell’opera.
La vicenda, ruota attorno ad un gruppo di attori, pettegoli, invadenti, boriosi e intriganti che, disperati e affamati, vivono per un breve attimo l’illusione della ricchezza nella speranza di riuscire a partire per una favolosa tournée in Oriente con Alì, ricco mercante delle Smirne intenzionato a formare una compagnia d’Opera, e tornare così carichi d’oro e di celebrità.
Facili prede di mediatori intriganti, di impresari furbi e rapaci, i poveri artisti scoprono a loro spese che le regole del Teatro sono eterne e che la loro vicenda scritta 250 anni fa ha un grottesco sapore di attualità. Distratti dalle loro piccole beghe e rivalità, occupati a farsi la guerra per far carriera, invidiosi di una posizione nella gerarchia di palcoscenico, di un costume più o meno sfarzoso, di un privilegio in più e soprattutto di avere una paga l’uno più alta dell’altro, non si accorgono di essere delle piccole sciocche marionette i cui fili vengono manovrati da chi il potere veramente ce l’ha, per la sua posizione o per il suo denaro.
“L’impresario delle Smirne” è un grande affresco, una cantata corale affidata all’insieme della compagnia che lo rappresenta: ogni personaggio, dal Turco al servitore, si rivela incisivo, necessario in un “divertissement d’ensemble” che restituisce il clima lezioso e libertino dell’epoca; ma che allo stesso tempo offre l’occasione per porsi alcune domande di sconcertante attualità: che importanza ha l’Arte e in modo specifico l’Arte teatrale nella società contemporanea? E che ruolo riveste all’interno di suddetta Arte, l’attore? In quale modo è possibile riuscire a realizzare spettacoli di grande valore artistico senza adeguate risorse finanziarie?
Credo che per gli artisti di teatro sia doveroso riuscire a costruire spettacoli che ‘parlino’ al pubblico di oggi, con un linguaggio assolutamente contemporaneo, così come ho cercato di fare già con il Vantone ed Un marito ideale. Nell’Impresario si parla di grandi illusioni, di grandi promesse, della precarietà del lavoro, della mercificazione del corpo che spesso impera nel mondo dello spettacolo… Togliendo ciò che è più datato, si porta in luce il nucleo vero del testo, che risalta grazie al linguaggio teatralissimo di Goldoni. Il suo ritratto dell’ambiente del teatro e degli attori, in particolare, è ancora straordinariamente attuale, con tutte le sue contraddizioni e precarietà. Ho cercato di rimanere fedele al testo originale, pur intervenendo sulla struttura drammaturgica, incastonando l’uno nell’altro i primi due atti, ‘tradizionale’ presentazione dei personaggi.
Dal punto di vista registico, ho immerso il testo in un’ ambientazione anni Cinquanta con riferimenti vari alla filmografia italiana (ovviamente Fellini, ma anche Vita da cani di Monicelli, le atmosfere dell’avanspettacolo…) con molte citazioni. In questa commedia si ride, e molto, ma si riflette anche su temi importanti. Con tutti gli attori, poi, si è creata davvero una splendida collaborazione e lo spettacolo è davvero il risultato di un grande lavoro di gruppo.”
Roberto Valerio – Note di Regia