Prosa
L'operazione
30 gennaio 2019
Olbia / Cine Teatro Olbia
-----31 gennaio > 01 febbraio 2019
Alghero / Teatro Civico
-----di Stefano Reali
con Antonio Catania - Nicolas Vaporidis
e con Giorgio Gobbi
con la partecipazione straordinaria di Gabriella Silvestri e con Marco Giustini
Cine Teatro Olbia - Olbia
30 gennaio 2019 - ore 21.00
Teatro Civico - Alghero
31 gennaio 2019 - ore 21.00 - Turno A
1 febbraio 2019 - ore 21.00 - Turno B
Roma, Estate 1990.
Un grande ospedale romano
Nel luglio caldissimo di quell'anno, nelle "notti magiche" in cui infuria la passione per i mondiali di calcio, Massimo, un ragazzone sui trentacinque anni, grazie ad una raccomandazione, riesce a farsi ricoverare nel reparto Ortopedia.
Massimo deve sottoporsi ad una operazione quasi "voluttuaria", la ricostruzione dei legamenti del ginocchio, altrimenti dovrà smettere di giocare al calcio, la sua passione. Ma la presenza del suo compagno di stanza Luigi, un lungodegente "veterano" dell'ospedale, lo induce a riflettere sulla futilità del suo caso: Luigi, profondo conoscitore delle regole del gioco del microcosmo ospedaliero, gli racconta delle sofferenze delle centinaia di pazienti che non potendo permettersi una clinica privata sono costretti ad aspettare anche degli anni , in lista d'attesa, prima che si liberi un posto letto. In più la tragica situazione dello stesso Luigi, costretto a letto da sette anni con le gambe straziate da ripetuti e vani interventi chirurgici, inocula lentamente a Massimo dei dubbi sul buon esito del suo intervento, al punto da farlo esitare sull'opportunità di operarsi.
Ma chi è Luigi, in realtà? E' veramente malato come sembra, o è un simulatore che ha trovato vitto ed alloggio sine die a spese dello stato, come sostiene il dottor Cupreo, giovane e rampante chirurgo ortopedico, che non vede l'ora di operarlo, per scoprire la verità?
E chi è Massimo, in realtà? Com'è riuscito a farsi ricoverare in ospedale, scavalcando tutta la lista d 'attesa, per farsi fare un 'operazione che in clinica privata costerebbe decine di milioni di lire di allora?
In realtà, Luigi è un "venditore di letti" di professione; uno che sfrutta la sua malattia, con la complicità di un infermiere, per spaventare i neoricoverati ed indurli a rinunciare all'operazione, in maniera da poter poi "rivendere" il posto letto liberatosi ai pazienti in lista d'attesa.
Ed anche stavolta, l'operazione sembra che gli stia andando bene, a Luigi: Massimo vacilla, non è più tanto sicuro di volersi operare.
Ma Luigi non sa che Massimo, in realtà, non ha affatto bisogno di essere operato al ginocchio: perché non è un paziente, è un medico mandato dalla Direzione Sanitaria con il compito di prendere con le mani nel sacco il "venditore di letti". Laureato in medicina, ma disoccupato, a Massimo è stato offerto un lavoro in ospedale se riesce a smascherare Luigi. Anche se gli ripugna fare la spia, è la sua unica possibilità di essere assunto nella ASL dove da anni lavora come precario non pagato. Tormentato dai suoi dubbi, Massimo si accorge che i disperati con cui entra in contatto non hanno la possibilità di "sdegnarsi" per lo sfascio delle situazioni in cui vivono, per il semplice motivo che essi devono, innanzitutto, sopravvivere.
A causa della sua lunghissima degenza, Luigi è diventato praticamente un boss, in grado di intimorire lo stesso personale paramedico. Luigi trova simpatico Massimo, lo crede un ingenuo, un buono, e comincia lentamente ad aprirsi, a confidargli, le regole del gioco che governano la vita interna di ogni reparto d'ospedale. Non si rende conto che sta parlando con l'unica persona che gli potrebbe usare contro tutto quello che gli sta rivelando.
Ma forse il bisogno di amicizia di un uomo come Luigi, che è riuscito a tenere nascosto a tanti un tumore alle ossa che gli lascia ormai poco da vivere, è più forte anche del rischio di essere scoperto.
Ma sarà poi vero, che è condannato?
O anche questo fa parte dell'imbroglio?
Dal Teatro al Cinema, e poi ancora a Teatro.
Questo testo nasce nel 1989, come atto unico a tre personaggi, dal titolo "Operazione", all'interno della rassegna: "Attori in cerca d'autore", diretta da Ennio Coltorti, ed è stato rappresentato, nella sua versione più lunga, in due tempi, più volte dal 1991 al 1994 in Italia, e all'estero. In particolare è stato messo in scena in Inghilterra dal commediografo inglese Alan Ayckbourne, ed ha vinto il prestigioso “Be Bold Award” come miglior testo straniero nel 1993. Dalla commedia, ho tratto un film, da me scritto e diretto, distribuito da Medusa nel 1997, dal titolo "In Barca a Vela Contromano", interpretato da Valerio Mastandrea, Antonio Catania, Maurizio Mattioli e Emanuela Rossi.
La fortuna di questo testo, semiautobiografico, forse dovuta anche al suo mix di tragedia e commedia brillante, e ai suoi continui colpi di scena, è durata negli anni, ma soprattutto nella memoria delle persone, più a lungo di quanto non ci si potesse aspettare.
È perciò con particolare soddisfazione che ho accolto l'offerta di Gianluca Ramazzotti di rimettere in scena il testo, conservando ben due protagonisti dell'operazione cinematografica di vent'anni fa.
Fin da quando è stato scritto, In Barca a Vela Contromano non voleva essere solo un testo, peraltro profetico, sui problemi della malasanità. È piuttosto una storia di amicizia, di tradimenti, di slealtà, ma anche di generosità inaspettate.
E di un certo modo di fare italico, che può essere riassunto sul motto che Longanesi sosteneva essere impresso sulla bandiera italiana: "Tengo Famiglia".
Un motto che sembra governare il modo di fare italico da sempre. Ma che però, a volte, può generare delle sorprese inaspettate...
NOTE SUL TESTO
di Stefano Reali
"Operazione" è una commedia nata casualmente, nell'inverno 1989. Ero ricoverato in un grande ospedale romano per un 'operazione al ginocchio. Così come nessuno di noi si accorge di quante migliaia di cose fa con la propria mano fino al giorno in cui non se la rompe, non avevo mai immaginato quale potesse essere la realtà di un ospedale, fino a che non l'ho potuta vedere da vicino. E non intendo qui parlare delle manchevolezze del sistema sanitario pubblico, io voglio parlare proprio dei rapporti vitali che si creano tra le persone che sono costrette a vivere in un ospedale, a volte per dei periodi molto lunghi.
Un ospedale è un posto in cui scorre del sangue, un posto in cui si è a contatto con la morte e con la sofferenza molto più che altrove. In più è un servizio gratuito, un servizio che lo stato mette a disposizione dei suoi cittadini: quindi un 'occasione dove fioriscono tutte le conseguenze inevi-tabili quando c' è una torta da spartirsi: mercati neri, raccomandazioni, assunzioni "pilotate", eccessi di sindacalismo, boicottaggi del personale, pressioni, violenze, “nonnismo”, e prepotenze di ogni genere.
Insomma, la vita in comune della corsia ospedaliera è un condensato, un microcosmo di ciò che la società è fuori. Una clinica privata, per esempio, con le sue stanze asettiche, con i suoi tempi rapidissimi di ricovero e dimissione, non potrà mai essere semplicemente un "ospedale a pagamento", perché manca il contatto tra i malati.
Quel contatto che invece, in un ospedale, c’è sempre. E a volte, ti permette anche di imparare delle cose.
Non sulla salute, ma sulla Vita.
Il reparto ortopedia, in questo, è speciale. A viverci per un po’ si scopre che non ricorda affatto il reparto di un ospedale. E’ piuttosto un qualcosa che sta tra una trincea, la cella di una prigione, e la camerata di una caserma militare.
I rapporti che si stabiliscono tra i malati sono rapporti di forza.
E questo perché in genere i degenti non sono “veramente malati”. Sono piuttosto imprigionati dalla loro immobilità, e proprio a causa di questo semmai sono ancora più vitali e furiosi.
Nei reparti ortopedia di tutti gli ospedali del mondo imperversa la legge della giungla: forza, prepotenza, violenza ai danni del più debole. C’è chi pensa che la comicità, nella sua forma più pura, nasce sempre dalla violenza, basta pensare ai cattivi dei film di Chaplin.
Ma dove c’è spazio per la violenza, e quindi per la prepotenza, a volte c ‘è spazio anche per la Generosità. Possiamo vederla spuntare, inaspettata, come un fiore tra le ceneri. E nascendo in un contesto come quello, possiamo scommettere che si tratta di generosità autentica.
E’ in questi casi, con l ‘aiuto della generosità di chi gli sta vicino, che il più debole può fortificarsi. Perché è solo in questi casi che il più debole ha la necessità di lottare. Potrà vincere o perdere, ma questo non ha molta importanza. Quello che è importante è che potrà misurarsi finalmente con sé stesso, e potrà sapere quanto vale. E quindi, sia che vinca sia che perda, potrà lasciare il campo a testa alta.
di Stefano Reali
con Antonio Catania - Nicolas Vaporidis
e con Giorgio Gobbi
con la partecipazione straordinaria di Gabriella Silvestri
e con Marco Giustini
scene Carlo De Marino
costumi Mara Gentile
disegno luci Stefano Lattavo
aiuto regia Iolanda Salvato
direzione tecnica Stefano Orsini
regia Stefano Reali
Biglietterie
Olbia / Cine Teatro Olbia
Inizio spettacoli ore 21
Alghero / Teatro Civico
Inizio spettacoli ore 21
Prezzi:
Abbonamento Prosa e Danza –11 spettacoli
platea: intero € 110 ; ridotto € 100
palco: intero € 100 ; ridotto € 90
Abbonamento Prosa – 8 spettacoli
platea: intero € 80 ; ridotto € 70
palco: intero € 70 ; ridotto € 60
Abbonamento Prosa turno B – 4 spettacoli
platea: intero € 55 ; ridotto € 45
palco: intero € 45 ; ridotto € 35
Biglietti
platea: intero € 15 ; ridotto € 13
palco: intero € 13 ; ridotto € 10
loggione: € 7