Archivio stagione 2013/2014
Lucia Vasini e Antonio Cornacchione in “L’ho fatto per il mio paese” a Iglesias, San Gavino, Oristano e Palau
CeDAC
XXXIV Circuito Teatrale Regionale Sardo
Questa è la nostra Stagione
Stagione di Prosa 2013/2014
International Music and Arts
L’ho fatto per il mio paese
di Francesco Freyrie, Andrea Zalone e Antonio Cornacchione
giovedì 3 aprile 2014 – ore 20.30 / / IGLESIAS – Teatro Electra
venerdì 4 aprile 2014 – ore 21// SAN GAVINO MONREALE – Teatro Comunale
sabato 5 aprile 2014 – ore 21// ORISTANO – Teatro Garau
domenica 6 aprile 2014 – ore 21// PALAU – CineTeatro Montiggia
Ironia e (fanta)politica ne “L’ho fatto per il mio paese”, la pièce scritta a quattro mani da Francesco Freyrie e Andrea Zalone con la “complicità” di Antonio Cornacchione (volto noto del piccolo schermo, da “Zelig” a “Crozza Italia”),anche protagonista sulla scena insieme a Lucia Vasini, attrice dall’irresistibile vis comica, per un sapido affresco della società con la regia di Daniele Sala, in tournée nell’Isola sotto le insegne del CeDAC nell’ambito del XXXIV Circuito Teatrale Regionale Sardo. Lo spettacolo debutterà – in prima regionale – giovedì 3 aprile alle 20.30 al Teatro Electra di Iglesias, per approdare venerdì 4 aprile alle 21 al Teatro Comunale di San Gavino Monreale, dove inaugurerà la Stagione del CeDAC; poi sabato 5 aprile alle 21 al Teatro Garau di Oristano e infine domenica 6 aprile sempre alle 21 al CineTeatro Montiggia di Palau.
L’incontro/scontro fra un’algida ministra e un buffo sognatore sottolinea la distanza siderale tra l’élite culturale ed economica che governa il paese, animata forse dalle migliori intenzioni ma del tutto ignara dei problemi reali della gente comune, e i normali cittadini, alle prese con l’ordinaria precarietà tra mutui e bollette da pagare e le piccole e grandi tragedie della vita quotidiana. Dal confronto tra due opposte visioni del mondo si scatenerà un “inferno terrestre” con esiti grotteschi, tra sorprese e colpi di scena di una commedia moderna che fa ridere e pensare.
COMUNICATO del 01.04.2014
S’intitola “L’ho fatto per il mio paese”, la surreale commedia, ideata e scritta (a quattro mani) da due autori affermati e apprezzati come Francesco Freyrie e Andrea Zalone (drammaturgo e sceneggiatore il primo, attore e doppiatore il secondo, entrambi con una lunga esperienza in tv) – in collaborazione con l’istrionico Antonio Cornacchione, anche protagonista sulla scena accanto ad un’attrice come Lucia Vasini, dotata di irresistibile vis comica e versatile talento.
La scoppiettante pièce racconta lo strano incontro/ scontro tra un’esponente del governo, una ministra appartenente all’élite culturale e economica, stimata docente e moglie di un ricco finanziere e uno degli ultimi idealisti, un sognatore che pensa di cambiare il mondo ma intanto deve fare i conti con un amaro presente, tra bollette e conti da pagare e la temuta lettera di licenziamento già in tasca. Il tentativo di rivalsa del moderno donchisciotte sfocia in un atto disperato, dalle conseguenze imprevedibili: le due visioni opposte della realtà sono inconciliabili, una signora dell’alta borghesia, ammantata di prestigio intellettuale difficilmente potrà comprendere il dramma di chi vive una condizione di perenne precarietà, impegnato nella dura lotta per la sopravvivenza. Dal dialogo impossibile tra due universi paralleli scaturirà un “inferno terrestre” con effetti grotteschi ed esilaranti – come spesso accade, davanti alla catastrofe si ride per non piangere.
In tournée nell’Isola sotto le insegne del CeDAC nell’ambito del XXXIV Circuito Teatrale Regionale Sardo, “L’ho fatto per il mio paese” debutterà – in prima regionale – giovedì 3 aprile alle 20.30 al Teatro Electra di Iglesias, per approdare venerdì 4 aprile alle 21 al Teatro Comunale di San Gavino Monreale, dove inaugurerà la Stagione del CeDAC; poi sabato 5 aprile alle 21 al Teatro Garau di Oristano e infine domenica 6 aprile sempre alle 21 al CineTeatro Montiggia di Palau.
Nel segno graffiante della satira, lo spettacolo racconta la realtà contemporanea e le contraddizioni del Belpaese negli anni della crisi; gli errori e l’inadeguatezza di una classe politica che appare sempre più distante dalla realtà, incapace di cogliere i segnali di un’emergenza sociale sempre più diffusa, con le nuove povertà, la crescente disoccupazione e le generazioni perdute dei giovani (e ex giovani, ora più che quarantenni) senza speranze né lavoro. Cronache quotidiane di una tragedia annunciata, e inasprita dalla frattura sempre più profonda tra l’élite al potere e la gente comune: fabbriche e imprese chiudono, falliscono i negozi, aumenta la criminalità e intanto si riducono le risorse del welfare, si tagliano i fondi per l’istruzione e la cultura, vien meno il fondamentale patto di solidarietà.
Fragili equilibri economici e politici, sempre più in balìa dei mercati finanziari, e il confronto tra le (ex) potenze occidentali e gli stati emergenti disegnano scenari inquietanti: difficile individuare soluzioni adeguate, temperare la competitività con la qualità della vita, recuperare almeno una parte del benessere che sembrava frutto irrinunciabile del progresso, della civiltà delle macchine e di un’idea condivisa di società giusta.
L’evidenza di una tragedia in atto, non sembra però sfiorare chi regge le sorti del mondo – per cecità, insensibilità e indifferenza, o forse null’altro che una resa a priori con la scelta di preservare solo determinate istituzioni (monetarie) per scongiurare il rischio di un temuto default sul piano internazionale, mentre l’economia implode sotto il peso dei debiti, dei mancati pagamenti, delle tasse, di un costo della vita sempre più alto e di standard qualitativi sempre più bassi. Forse semplicemente i vecchi parametri e le vecchie regole che consentivano di tenere sotto controllo i bilanci non bastano più, occorre inventare nuove forme di sviluppo sostenibile, venuto meno il miraggio di una crescita inesauribile e inarrestabile; e magari tenere conto di quel BIL – benessere interno lordo – vero indice della prosperità di un paese – invece di misurare tutto sul PIL, indicativo solo delle performances di un’economia mercantile, per ritrovare nei fatti e nelle intenzioni la cura del bene comune.
“L’ho fatto per il mio paese”: così la protagonista della pièce si difende e insieme rivendica la natura del suo sacrificio e della sua dedizione, che forse mascherano la necessità di colmare un vuoto emotivo, una perdita di senso dell’esistenza nella consuetudine dei riti mondani, nella frequentazione di quella parte della società tanto simile a lei, in cui si riflette e di cui è perfetta espressione. Un’insoddisfazione segreta e inconfessabile, o forse solo il desiderio o il bisogno di compiere un gesto di buona volontà l’hanno spinta a scendere in campo, ad assumere un incarico di responsabilità; ma chi si trova ai vertici deve essere conscio del peso e dell’influenza delle sue azioni; i tagli e gli esuberi, semplici numeri sulla carta, feriscono nella realtà persone vere, distruggono sogni e speranze, con l’unico vantaggio di far tornare (temporaneamente) i conti.
Il suo antagonista è un uomo apparentemente ingenuo, provato dalle dure battaglie dell’esistenza che non hanno però intaccato la sua fede nella possibilità di costruire un domani migliore: lo stridente contrasto tra i suoi progetti e i suoi ideali e la verità di una società che lo rifiuta e lo respinge, rinchiudendolo nel limbo dei senza lavoro, produce la scintilla di rabbia e disperazione che lo porterà a compiere (quasi) una follia. Un gesto eclatante, capace di attirare l’attenzione, per mostrare al mondo la sua indignazione, o forse cambiare il corso degli eventi, influire su quelle decisioni prese dall’alto con totale indifferenza e insofferenza verso il dolore che può scaturirne.
Il finale della storia, non priva di suspense – tra colpi di scena e inattese rivelazioni – come si conviene ad un’opera contemporanea, è tutto da scoprire, per la curiosità e il piacere di quanti andranno a teatro!
per l’Ufficio Stampa del CeDAC/ Sardegna:
Anna Brotzu – cell. 328.6923069 – cedac.uffstampa@gmail.com
INFO & PREZZI
IGLESIAS
Biglietti
platea intero €15 – ridotto €13
prima e seconda galleria intero €13 – ridotto €11
studenti € 10
info: tel: 328 1719747 t
SAN GAVINO MONREALE
Biglietti
intero €14 – ridotto €12
gruppi di 10 persone (associazioni) 11€
info: tel: 3404041567
ORISTANO
Biglietti
Posto unico: intero €14 – ridotto €12
info: tel: 0783 78886
PALAU
Biglietti
intero €15 – ridotto €12
info 3385865992 – santino.mariani@alice.it
www.cedacsardegna.it – cedac@cedacsardegna.it
SCHEDA DELLO SPETTACOLO
International Music and Arts
L’ho fatto per il mio paese
di Francesco Freyrie e Andrea Zalone
(scritto con Antonio Cornacchione)
con Lucia Vasini e Antonio Cornacchione
scenografia Leonardo Scarpa
regia Daniele Sala
Lo spettacolo
“Immaginatevi un uomo candido e incasinato, capace di sogni sconfinati, che parlano di libertà uguaglianza e felicità per tutti. Un donchisciotte sempre comicamente in lotta con gli spigoli della vita, senza soldi, con la disdetta dell’affitto in una tasca e la lettera di fine rapporto di lavoro nell’altra, artefice di un gesto folle e disperato: rapisce il Ministro che ha deciso il provvedimento e lo nasconde in cantina.
Lo fa per sé, per la sua pensione ma soprattutto lo fa per il suo paese
Unite la tragicommedia di una donna Ministro, stimata docente universitaria, sposata con un finanziere ricchissimo, che vive in case raffinatissime secondo valori solidissimi e che è scesa in politica solo per fare un favore al suo paese … ma un po’ anche a se stessa, nella speranza di colmare una solitudine assai più rara di tutte le specie rare che popolano la foresta pluviale del Borneo”.
Immaginate ora l’urto di questi due mondi … e l’inferno terrestre che si scatena vi regalerà la commedia più appassionata, folle e contemporanea a cui abbiate mai assistito dai tempi dell’ultima crisi di Governo”
Francesco Freyrie
Gli autori:
Francesco Freyrie
Scrittore e drammaturgo, fecondo autore televisivo e sceneggiatore, Francesco Freyrie ha anche collaborato con il mensile 2000 Incontri, è stato capo-redattore del settimanale Mongolfiera e collaboratore de La Repubblica (pagine di Bologna). Ha pubblicato racconti e testi teatrali, da “Batman” a “Martino Cavazza detto Freccia” e “Il colore del miele”, “Le favole del Grande Zurlof” e (per l’Arena del Sole) “Il Bertoldo”, “Don Camillo e il Signor Sindaco Peppone” e “Totò il buono ovvero un miracolo a Milano”. Le riprese de “La responsabilità civile dei bidelli durante le vacanze estive” e “Il grande caldo” sono uscite in dvd per il Corriere della Sera e Il Resto del Carlino. Per il teatro firma “La scuola del Fossatone” e “I sogni son desideri” nel 1988; poi seguiranno “L’Omino dei Lupini” e “Fulmini”, “Mosca Cieca” e “Se perdo te” (con regia di Daniele Sala); “Puccini Horror Comic Show” e “Compagni di Niente” (regia Gianfranco Rimondi), “Donchisciotte” e “Piume”, con regia di Salvatore Samperi; e ancora “Splendori e Miserie della famiglia Tormiento” e “Il Colore del Miele”, “Colpi di fulmine”, “Decathlon” e lo spettacolo storico su “Il Trionfo del popolo bolognese nell’agosto del 1848” per la regia di Gabriele Marchesini. Marco Baliani firma la regia de “Il Bertoldo” (2001) e Lorenzo Salveti quelle di “Don Camillo e il signor sindaco Peppone”, cui seguiranno pièces surreali e ironiche fin nel titolo, da “Il ritorno di Re Tamarro” a “The Roncofritto Global Show” fino a “La constatazione amichevole nei tamponamenti tra mietitrebbia”. In teatro collabora con Gianni Morandi e Gabriele Cirilli, con Vito (da Il Grande Caldo a Stella Rossa, Segno Zodiacale Operaio e Vita e Miracoli di un commesso viaggiatore ) e Gene Gnocchi per il suo “ Cose che mi sono capitate”. Intensissisima la sua attività di autore televisivo, da un lontano Telebontà negli anni ’90, cui seguono Ruvido Show, Tutti i colori del Cielo su Rai 2, uno Speciale scherzi a parte per Canale 5 e Dillo a Wally, con Gene Gnocchi, su Italia 1 nonché La Zanzara d’Oro (special guest Alberto Sordi ) e Cocco di Mamma con Carlo Conti, Meteore e perfino lo Zecchino d’Oro, Rido e Perepepè, Quelli che il calcio, Artù (con Gene Gnocchi); e poi Crozza Italia Live e i vari Italialand, ma anche Victor Victoria con Victoria Cobello.
Andrea Zalone
Attore, doppiatore e autore televisivo, Andrea Zalone ha collaborato con Giorgio Gori, Gregorio Paolini, Enrico Bertolino, Caterina Guzzanti, la Gialappa’s Band, Victoria Cabello e Geppi Cucciari sia in veste di autore che di attore, attualmente lavora con il comico Maurizio Crozza. È il creatore di Un colpo di sole e di Piloti.
Ha ideato diversi spettacoli teatrali e programmi televisivi, tra i quali Ciau Bale, striscia comica quotidiana in onda su Quartarete TV in Piemonte. Il programma è firmato in collaborazione con altri comici piemontesi come Germana Pasquero, Giampiero Perone, Donato Sbodio, Manlio Paglierocon la partecipazione del gruppo Torinese I Soggetti (ovvero Leandro Agostini, Carlo Barbero, Simonetta Benozzo, Marta Columbro, Gennaro De Leo, Antonio Spadaro) e Gianni Carretta Pontone che ne cura anche la regia. Visto il grande successo, il programma è diventato anche uno spettacolo teatrale.
I protagonisti
Lucia Vasini ha iniziato a fare teatro a 17 anni con una compagnia di Ravenna mettendo in scena uno spettacolo satirico sulla stampa italiana scritto da Daniele Panebarco. Ha frequentato la Civica Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano dove si è diplomata. Ha fondato insieme a un gruppo di amici, tra gli altri Bebo Storti, Schmidt e Daniele Abbado, la compagnia del Teatro verticale. Ha preso parte all’“Historie du soldat” di Dario Fo dove ha conosciuto Paolo Rossi, con cui ha iniziato un lungo sodalizio artistico e professionale.
Nel 1988 nasce la compagnia Les Italiens con Paolo Rossi e Giampiero Solari, con spettacoli come “Le visioni di Mortimer” con Gianni Palladino e la “Commedia da 2 lire”. Seguono spettacoli come “Valeria e gli uccelli di Sinisterra” con la regia di Gianpiero Solari; “Festa d’anime” di Cesare Lievi, e “Re Lear” di Shakespeare con la regia di Andrèe Ruth Shammah.
Negli anni Ottanta inizia anche la sua carriera televisiva con la chiamata di Diego Abatantuono a Diego 100%. Nel 1986 nasce l’idea di un trio comico femminile, Le sisters (a Buona Domenica e proffimamente no stop). Nel 1992 il successo di Su la testa con Paolo Rossi, e l’anno dopo la conduzione del Cantagiro.
Ha curato un programma sui libri per la Televisione Svizzera Italiana ; e in teatro ha interpretato “Plaza suite” di Neil Simon; “Tutta casa letto e chiesa” di Dario Fo e Franca Rame e I monologhi della vagina di Eve Ensler, con Lella Costa e Agnese Nano; “Provaci ancora Sam” di Woody Allen con Iachetti e “Come cucinarsi il marito” con Bebo Storti.
Per il cinema ha lavorato con Marco Ferreri ne “La casa del sorriso” ed ha partecipato a “Musica per vecchi animali” di Stefano Benni, “Kamikazen” di Gabriele Salvatores e “Il Toro” di Carlo Mazzacurati; e ancora “A.A.A Achille” di Giovanni Albanese, “Ricordati di me” di Gabriele Muccino e “Tommaso è andato via” di Alberto Negro.
Nel 2004 debutta in “Orco Loco” di Andrea G. Pinketts con la regia di Michele de Marchi e le canzoni di Francesco Baccini; nel 2005 nasce “Bonjour, Madame. Bonne nuit, Monsieur – Il Cielo visto dalla Terra”. Nel 2008 e nel 2009 partecipa a “Glob – l’osceno del villaggio” con Enrico Bertolino su Rai3; nel 2009 a “Colorado”, condotto da Rossella Brescia e Beppe Braida.
Antonio Cornacchione nasce a Montefalcone nel Sannio (Campobasso) nel 1959. Lascia il Molise da bambino con la famiglia, per vivere tra Pavia, Como e Milano. Inizia la carriera artistica come autore delle sceneggiature di alcuni fumetti, come “Topolino” e “Tiramolla”, poi si indirizza verso il mondo del teatro e del cabaret. Debutta in televisione con il programma “Su la testa” di Raitre; nel 1991 approda al teatro Zelig di Milano con Paolo Rossi, Gianni Palladino, e Aldo, Giovanni e Giacomo. Con il citato trio, nel 1999, recita una piccola parte nel loro spettacolo “Tel chi el telùn” (di Aldo, Giovanni e Giacomo).
Durante il 1992 Cornacchione è spesso ospite del Maurizio Costanzo Show; nello stesso anno vince il premio Forte dei Marmi per la satira politica. Nel 1994 è, con Claudio Bisio, su Rai Tre in seconda serata con “Cielito Lindo”. Tra il 1996 e il 1997 lavora in tv su TMC (“Retromarch”) e su Italia 1 (“Scatafascio”, con Paolo Rossi). Nel settembre del 1998 entra a far parte nel cast della sit-com “Casa Vianello”, dove interpreta la parte del portiere di casa.
Nel 2002 partecipa allo spettacolo satirico “Cult”, prodotto da Zelig. Si aggiungono partecipazioni televisive a “Zelig Off” e “Che tempo che fa” (su Raitre, condotto da Fabio Fazio) e ancora “Zelig Circus”. Gli anni di Zelig sono quelli che lo consacrano a livello nazional-popolare, soprattutto grazie al tormentone “Povero Silvio!”, satira sulla bontà incompresa di Silvio Berlusconi, che diviene non solo un libro… bensì due: “Povero Silvio” (2004) e “Povero Silvio Bis. Chi perde paga le tasse!” (2005), entrambe editi da Kowalski. Nel 2006 uscirà invece “Sia lodato Silvio. Chi si loda s’imbroda” (con dvd, edito da Rizzoli).
Nel 2005 Adriano Celentano lo vuole con sé nel suo “Rockpolitic”, in onda su Rai Uno. Passa poi dal palco del Festival di Sanremo 2007 come ospite comico, dalla trasmissione “Crozza Italia” su La 7 (di Maurizio Crozza, dove Cornacchione impersona George Washington, detto “il dollaro”, della banconota americana), per poi tornare nel 2009 al fianco di Fabio Fazio su Rai Tre con “Che tempo che fa”.