Compagnia Cajka / Viamentana Teatro
con Daniel Dwerryhouse, Marcello Armellino, Giuliano Pornasio
regia di Giuliano Pornasio
Quella di Peppino Impastato è una memoria difficile, che fatica a trovare spazio in una memoria più ampia, collettiva e, di conseguenza, tende a rimanere in una cerchia ristretta. Prima del film di Marco Tullio Giordana del 2000, “I cento passi”, Giuseppe Impastato era uno sconosciuto per i giovanissimi e per i meno giovani. Ciò che più ha colpito noi, ideatori di questo progetto, è la metafora dei “100 passi”; un’immagine diventata simbolo della vicenda di Peppino, cioè la distanza che divideva la casa della famiglia Impastato da quella del boss mafioso Tano Badalamenti. La metafora è ben più drammatica, ma molto più ricca e stimolante per il nostro soggetto teatrale: i “100 passi” rappresentano una distanza in termini di valori, come alfa e omega, dove il boss Tano Badalamenti è il punto più lontano dal giovane Giuseppe Impastato, il minimo rispetto al massimo.