/ Archivio stagione 2016/2017

Mariti e mogli

a.Artisti Associati / Pierfrancesco Pisani / Parmaconcerti

in collaborazione con Comune di Pesaro / AMAT

Mariti e Mogli

dal film omonimo di Woody Allen

con

Monica GuerritoreFrancesca Reggiani

e con Pietro BontempoAntonio Zavatteri

e Alice Spisa, Enzo Curcurù, Lucilla Mininno, Angelo Zampieri

scene Giovanni Licheri e Alida Cappellini

costumi Valter Azzini

luci Paolo Meglio

adattamento e regia Monica Guerritore

«L’amore… una commedia inventata da un sadico!»

Woody Allen

Un travolgente Woody Allen alle prese con uno dei suoi argomenti preferiti: le crisi coniugali, i tradimenti. Due attrici: Monica Guerritore e Francesca Reggiani molto diverse ma entrambe amatissime dal pubblico per la prima volta insieme (le mogli). Due attori straordinari come Pietro Bontempo e Fabio Camilli (i loro mariti) insieme a Lucilla Mininno, Alice Spisa, Enzo Curcurù e Angelo Zampieri (amori, amanti?). Ecco il girotondo amoroso in cui Cupido (bendato e sbadato) si divertirà a scagliare frecce, far nascere amori, divorzi e altro…

Note di Regia

Nella mia scrittura teatrale dalla sceneggiatura del film di Allen tutto accade in una notte piena di pioggia in un luogo che con il passare delle ore diventerà una sala da ballo, una sala d’attesa, un ristorante deserto e che costringe gli otto i personaggi (mariti, mogli, amanti e altro…) al girotondo di piccole anime che sempre insoddisfatte girano e girano intrappolate nella insoddisfazione cronica di una banale vita borghese (Allen).

Tradendo le location del film (Manhattan e altro) evoco nel luogo teatrale unico i luoghi delle vite coniugali e nelle simultaneità delle relazioni e degli intrecci clandestini, nelle rotture e improvvise riconciliazioni percepisco le ‘piccole altezze degli esseri umani’ cosi familiari a Bergman, a Strindberg. E nel perdersi in danze all’unisono su musiche bellissime da Louis Armstrong a Etta James, Cechov e il tempo che intanto scivola via .

Monica Guerritore

3. Mariti e mogli Guerritore Reggiani small

Guerritore: «Mariti e mogli – Allen rinasce sulla scena»

di Eliana Mogorovich – Messaggero Veneto 06 novembre 2016

Una sala da ballo di sapore retrò. Due specchi per amplificare le ambiguità che gli otto personaggi (e tutti noi, in verità) tentiamo di nascondere. Ma poi, nella penombra di una serata tempestosa, ecco esplodere tensioni fino a quel momento ben nascoste, mentre fratture che si ritenevano insanabili riescono a ricomporsi. Nel riadattare a testo teatrale l’omonimo film di Woody Allen, Monica Guerritore in Mariti e mogli ha voluto sottolineare l’immutabilità delle pulsioni umane.

– Com’è nato questo progetto?

«Nasce da un’idea di Francesca Reggiani (che interpreta il ruolo di Judy): si era innamorata del film e mi ha proposto di adattarlo al teatro puntando su una comicità centrata sulle tematiche coniugali ma trattata con grandissima ironia e intelligenza. Lei aveva visto Scene da un matrimonio che avevo fatto con Gabriele Lavia e che è tratto da Bergman. Tra l’altro Allen, che mi ha ceduto i diritti per questo lavoro, è un patito di Bergman ed entrambi ammirano Strindberg: quindi, a ben vedere, l’inizio di tutto è il suo Inferno.

– In che modo è stata modificata la sceneggiatura nell’adattamento teatrale?

«Abbiamo “impostato”un luogo unico, un “non-luogo” che però risultasse realistico. Il contesto è quindi questa sala da ballo e bar dove una volta a settimana, dopo il lavoro, si incontra un gruppo di persone di un certo livello. Ho dovuto poi intervenire sulla contrazione del tempo: in una sola notte, queste persone riflettono sulla presenza o l’assenza dell’amore dialogando con il pubblico per svelare quello che sta accadendo nel loro mondo interiore.

– Nella scelta della sala da ballo quale ambientazione, conta il suo legame con Pina Bausch?

«Assolutamente sì, anche nei particolari: le sedie, la porta girevole, sono citazioni dal suo Café Muller. L’illuminazione invece è diversa: per lei è fredda perché sono i corpi che scaldano mentre qui siamo più realistici.

– Nonostante siano trascorsi quasi venticinque anni dall’uscita del film, le problematiche affrontate sono ancora attuali?

«Certo. L’attrazione, il voler essere diversi da quel che si è, vagheggiare una vita diversa, la tendenza a svilire parti del proprio vissuto… Non c’è nessun giudizio, è un manifesto della nostra essenza».