Teatro Actores Alidos
Mobilit-Azione
spettacolo di “corpi in esposizione” ispirato all’arte espressionista
ideazione e regia Gianfranco Angei
con Valeria Pilia, Manuela Sanna, Valeria Parisi, Roberta Locci,
Manuela Ragusa, Michela Atzeni, Felice Montervino,
Federico Saba e Mariano Anni
Mobilit-azione è un grido d’allarme per la situazione drammatica che l’arte e il mondo culturale stanno vivendo a causa della crisi economica, dei tagli delle sovvenzioni pubbliche, della massificazione culturale, dell’incessante opera di mercificazione dell’arte e dell’esasperazione della spettacolarizzazione, che continuano ad avvilire la complessa originalità della ricerca artistica.
Dopo l’esperienza performativa di “(S)mobilit-azione – Esposizione s/composta di corpi in r/esistenza disse/minati nel teatro” nel 2012, il TAA prosegue la sua battaglia per la resistenza e si mobilita con questo nuovo spettacolo, afferma il suo r-esistere artistico in una esposizione di “quadri scenici” dove corpi d’attore incarnano situazioni ispirate a circostanze artistiche e sociali.
La mobilitazione dell’arte come strumento di giudizio critico e di ribellione nei confronti dell’ipocrisia della società e dei suoi conformismi era il senso che gli artisti espressionisti davano al loro movimento. I pittori espressionisti, riflettendo un atteggiamento dello spirito nei confronti dell’arte, dell’uomo e del mondo, presero la suggestione del fare pittura come esplosione di un grido interiore, un grido che portasse in superficie tutti i dolori e le sofferenze umane ed intellettuali di quel periodo.
Se l’espressionismo è il riferimento e il punto di partenza per i “quadri scenici” di “Mobilit-azione”, le contingenze e le problematiche sociali più attuali sono le tematiche di questo “grido performativo”. Il TAA ha fatto proprio lo spirito che animava gli espressionisti che, impegnati eticamente nella critica della borghesia, del materialismo e dei processi di mercificazione, tendevano a privilegiare il lato emotivo della realtà esaltandolo rispetto a quello percepibile oggettivamente, accentuando i valori emozionali ed esasperando l’espressività. In particolare vuole condividere la propensione ad indagare la profondità dell’animo umano e riflettere sulla nostra realtà fatta di modelli e ideali degenerati che creano smarrimento e angoscia per trasporre, con ricchezza d’implicazioni, esperienze e emozioni in azioni sceniche attraverso la sintesi della forma, l’incisività del segno, l’esaltazione e la deformazione dell’immagine.
Sulla base di questi presupposti il TAA ha lavorato sviluppando situazioni che traggono ispirazione dall’arte espressionista oppure dalla personale percezione di una società ormai degradata e assuefatta ad ogni abominio: violenza, guerra, sfruttamento, soprafazione fisica e morale. Non si tratta di raffigurare il visibile ma di comunicare, in forma personale e visionaria, la percezione soggettiva degli accadimenti dei propri tempi, interpretati anche con il gusto dell’ironia e della dissacrazione, della distorsione e del grottesco con toni che talvolta diventeranno aggressivi, talaltra delicati, malinconici o anche aspramente tragicomici. Si infrange perciò la regola di verosimiglianza naturalistica e di sviluppo drammaturgico tradizionale facendo crollare gli equilibri delle abituali forme di comunicazione a favore dell’immaginario e della deformazione dove lo stile tenderà all’astrazione, alla costruzione concettuale e al montaggio allegorico.
Il risultato finale è uno spettacolo composito desunto dal montaggio di situazioni poliedriche che, come tanti tasselli, formano un “mosaico drammaturgico”; ne deriva un significativo affresco dell’umanità, un microcosmo rappresentativo in cui i personaggi perdono la dimensione concreta e diventano simboli che rafforzano la visione della natura onirica dell’esistere.
Sono 18 le persone coinvolte tra artisti, tecnici, personale amministrativo ed organizzativo per un lavoro durato mesi di ricerca e prove e che, con grande soddisfazione, è stato invitato a partecipare ad un evento di grande valore artistico come la Stagione del Theatre Toursky di Marsiglia (fondato da Leo Ferrè), il 5 Dicembre 2014.
“Mobilit-Azione” è:
– esposizione di “quadri scenici” raffiguranti “natura viva”: corpi d’attore che nel raccontare l’arte raccontano il mondo e nel raccontare il mondo mettono in scena l’arte
– esposizione s/composta di corpi in r/esistenza disse/minati in teatro come mine innescate pronte a esplodere in azioni teatrali
– dialogo tra l’arte visiva e l’arte teatrale che, nelle loro varie forme espressive, si richiamano a vicenda, riecheggiano, fanno da fondale le une alle altre
– esposizione di denunce, fermenti, angosce, patimenti
– “grido performativo”
– esposizione di carne viva, di spirito e di corpo
– un amalgama di frammenti di vita e arte, dove corpi d‘attore fanno vivere la pittura, dove l’immagine si trasforma in azione, il movimento dà forma alla musica e le sonorità danno colore alle immagini
– una situazione dove liberare energie, dove corpi carichi di vitalità istintiva, impulsi interiori, fisici ed emozionali, vengono “svelati”, resi vulnerabili, per offrirsi allo sguardo ed allo spirito.
– un ribollire di corpi, d’immagini e metafore, di allegorie e azioni performative che pulsano tra il reale e l’immaginario
– un grido d’allarme per lo stato attuale dell’arte sempre più mercificata, e per il degrado sociale e culturale della nostra società;
– un’azione performativa che manifesta le grandi passioni umane e artistiche penetrando nelle viscere del sentimento e dell’irrazionalità del dramma esistenziale
A cavallo tra visibile ed invisibile, tra sogno e realtà, la nostra azione teatrale (da sempre impegnata a far coincidere arte e vita), così come il colore nell’Espressionismo, non vuole significare bensì esprimere, senza distinzione tra corpo e anima.