di Francesco Gerardi e Marta Pettinari
con Lorenzo Satta e Alessio Zirulia
regia Federico Orsetti
regia video e sound design Fabio Fiandrini
videoproiezioni Chiara Becattini
disegno luci Davide Riccardi
> fascia d’età: dai 14 anni
in collaborazione con Teatro Nazionale di Genova
e con Associazione “140” – familiari vittime Moby Prince e Associazione 10 Aprile – Familiari Vittime Moby Prince Onlus
Se oggi andassimo in giro per le strade di una città qualsiasi, una città che non sia Livorno, e chiedessimo alla gente che incontriamo quali siano le stragi impunite avvenute in Italia a partire dal dopoguerra, quattro nomi tornerebbero subito alla memoria di tutti: Piazza Fontana, Bologna, Italicus, Ustica. Qualcuno forse penserebbe anche al Vajont, ma nessuno, neanche il più attento alla storia contemporanea italiana, nominerebbe il Moby Prince. Se a questo punto domandassimo alle stesse persone che cosa torna loro in mente sentendo questo nome, molti cadrebbero dalle nuvole. Poi, forse, dopo un po’ qualcosa riaffiorerebbe: un traghetto passeggeri diretto in Sardegna, la collisione con una petroliera, la nebbia, l’equipaggio distratto dalla partita in tv, tanti morti e un solo superstite. Tutto qui. Eppure – a trent’anni di distanza dalla più grande sciagura della Marina Civile Italiana – le cause dell’incidente in cui 140 persone persero la vita non sono ancora chiare né un iter processuale durato anni ha rintracciato alcun colpevole.
Il 10 aprile 1991 la collisione tra il traghetto della Navarma e la petroliera Agip Abruzzo nella rada di fronte al porto di Livorno. Oggi, due giovani attori che all’epoca dei fatti non erano ancora nati si alternano sul palco nello spettacolo teatrale che racconta l’incidente dal punto di vista di chi era a bordo del Moby Prince. Per farlo, utilizza l’interazione – visiva e narrativa – tra le due componenti drammaturgiche della messa in scena in cui immagini e parole conducono lo spettatore nell’enorme buco nero che avvolge ogni aspetto della vicenda, disorientandolo fino al punto da chiedersi come tutto questo sia stato possibile.
Attraverso una serie di monologhi incrociati, frutto di un lavoro di ricerca e scrittura durato quasi due anni, a parlare sono vite comuni, ricordi dei testimoni, documenti, sentenze. Le immagini, invece, sono il risultato di drammaturgia visiva, video motion design ed elaborazione di archivio audiovisivo. Un atto unico che non racconta solo le vicende umane, ma si addentra nelle contraddizioni della fase processuale, nelle tante lacune emerse nella ricostruzione dell’incidente e negli interrogativi aperti dalla recente Commissione Parlamentare d’Inchiesta, i cui risultati hanno smentito clamorosamente le verità acquisite finora e hanno determinato l’Istituzione di una seconda Commissione attualmente al lavoro.
M/T Moby Prince è stato rappresentato per la prima volta il 28 ottobre 2006 al Teatro Goldoni di Livorno e successivamente nei principali teatri italiani tra cui il Piccolo Teatro di Milano/Teatro d’Europa, il Teatro Stabile di Torino, l’Arena del Sole di Bologna. Quindici anni dopo, in occasione del 30° Anniversario della tragedia, lo spettacolo ha debuttato in un nuovo allestimento 3.0 realizzato in collaborazione con Teatro Nazionale di Genova. Un testo radicalmente rivisto e aggiornato, una scenografia interamente digitale, una nuova regia e due nuovi interpreti riaffermano l’attualità di una delle tante tragedie senza colpe né colpevoli accadute nel nostro Paese e purtroppo rimossa col passare del tempo dalla memoria collettiva. E questo ci sembra ancora un buon motivo per costruire uno spettacolo teatrale che la ricordi.
Francesco Gerardi è nato a Pisa nel 1975. Attore diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, drammaturgo e pedagogo teatrale. In 20 anni di attività ha affrontato esperienze diverse, dal teatro coi detenuti del carcere di Rebibbia, alle compagnie di giro fino alle più recenti collaborazioni con il Teatro Stabile di Parma diretto da Walter Le Moli e con la Fenice di Venezia. Tra i fondatori della Nave Europa, è autore di diversi testi rappresentati in numerosi teatri italiani. Dal 2013 è Direttore del Venice Open Stage-Festival Internazionale del Teatro delle Università e delle Accademie.
Marta Pettinari è nata a Milano nel 1974. Attrice formatasi con alcuni grandi nomi del teatro italiano e internazionale come Elio De Capitani, Marco Paolini, Peter Clough ed Eimuntas Nekrosius, ha frequentato la London Academy of Music and Dramatic Art. A partire dal 1999, ha preso parte a produzioni teatrali, cinematografiche e radiofoniche. Nel 2014 ha fondato la Grufo e Grufo, affiancando all’attività di attrice quella di autrice e produttrice indipendente. Nel 2017 ha conseguito la qualifica di Specialista in documentario Interattivo presso Fondazione Cineteca di Bologna.
Federico Orsetti è nato a Genova nel 1994. Regista neodiplomato all’Accademia Nazionale d’Arte drammatica “Silvio D’Amico” di Roma è stato allievo, tra gli altri, del Maestro Giorgio Barberio Corsetti. Nel 2018, nell’ambito del progetto internazionale Accademia European Young Theatre è stato allievo regista nell’allestimento dei due atti unici di Pinter Paesaggio e La Collezione, presentati alla 61° Edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Dal 2020 in avanti firma le sue prime regie con cui ha già partecipato a festival e rassegne di rilievo nazionale.
Fabio Fiandrini è nato a Perugia nel 1963. Affianca l’esplorazione in campo musicale e teatrale alla ricerca audiovisiva contemporanea con particolare attenzione al cinema sperimentale, videoarte, live media e progetti interattivi. Tra i fondatori della rassegna bolognese di arti contemporanee perAspera, i suoi lavori hanno vinto numerosi premi in festival italiani e internazionali e sono stati presentati alla Biennale di Venezia e alla Biennale di Istanbul. Ha preso parte al progetto Ipotesi Cinema di Ermanno Olmi e realizzato come sceneggiatore alcune serie di animazione con Bruno Bozzetto. Collabora ai progetti musicali dell’ensemble di musica antica Soqquadro italiano.
Lorenzo Satta è nato a Genova nel 1996. Attore diplomato alla Scuola del Teatro Nazionale di Genova, si è formato con alcuni maestri del teatro italiano tra cui Marco Sciaccaluga e Massimo Mesciulam. Nel 2020 è coprotagonista, ancora insieme a Zirulia, del controverso Io amo la morte di Mohamed Kacimi nella traduzione e regia di Barbara Alesse. Oltre che in teatro, lavora per la televisione e il cinema.
Alessio Zirulia è nato a Genova nel 1997. Attore diplomato nel 2020 alla Scuola del Teatro Nazionale di Genova, ha già lavorato in numerose produzioni per teatri stabili e compagnie di giro. Attualmente è impegnato nel debutto del nuovo spettacolo di Serena Sinigaglia, The Sound Inside. E’ vincitore del Premio Hystrio alla Vocazione 2021.
Chiara Becattini è nata a Montevarchi (AR) nel 1988. Fotografa e videomaker freelance nel campo dell’arte, del teatro e della danza, ha preso parte a importanti progetti di comunicazione visiva e pubblicazioni sia in Italia che all’estero. Dal 2019 collabora stabilmente con musei, fondazioni, realtà di produzione teatrali e audiovisive, compagnie e festival tra cui il Venice Open Stage-Festival Internazionale del Teatro delle Università e delle Accademie.
Grufo e Grufo è nata a Milano nel 2014 e dallo stesso anno ha sede a Livorno. Realtà di produzione teatrale e audiovisiva affronta la complessità del lavoro del teatro partendo dall’inizio, dalla scrittura di un testo. La sua ricerca si rivolge al teatro di narrazione e al teatro ragazzi, adottando nella messa in scena un approccio multidisciplinare. La sua attività include l’elaborazione di progetti nell’ambito della didattica teatrale e della formazione. Dal 2018 realizza documentari e contenuti audiovisivi, anche in contesti museali, privilegiando l’interattività.
La Nave Europa è nata a Pisa nel 2005, dal 2009 ha sede a Livorno. Compagnia teatrale composta da attori di formazione ed esperienze eterogenee, rivolge la sua ricerca artistica alle attuali necessità della messa in scena avendo come riferimento la tradizione lasciata in eredità dai grandi maestri del ‘900 e come aspirazione la cooperazione con le diverse culture europee del teatro. La Nave Europa si muove all’interno di questo contesto in due direzioni: il teatro di narrazione – attraverso il quale comporre e raccontare storie diverse prese dalla memoria lontana o dal nostro passato prossimo – e il teatro della drammaturgia.