di Federico Garcìa Lorca

traduzione di Marcello Fois

drammaturgia Marcello Fois

e Serena Sinigaglia

 

con

Lia Careddu, Maria Grazia Bodio, Marco Brinzi,

Mattia Fabris, Sax Nicosia, Isella Orchis,

Cesare Saliu, Sandra Zoccolan

 

regista assistente Rosalba Ziccheddu

musiche originali Gavino Murgia

scene Maria Spazzi

costumi Federica Ponissi

 

regia Serena Sinigaglia

 

 

Teatro Stabile della Sardegna-A.T.I.R.

 

Una storia passionale e appassionata per uno spettacolo dedicato all’incontro della lingua spagnola, italiana e sarda e di due generazioni d’attori.

Federico Garcìa Lorca è uno dei massimi protagonisti della storia e della letteratura del Novecento. La sua vita e la sua opera sono segnati dal rapporto con le avanguardie degli anni venti e trenta (Luis Buñuel, Salvador Dalì), ma anche da esperienze personali accettate dolorosamente, come l’omosessualità, per la quale, oltre che la sua fede repubblicana, verrà fucilato nel 1936 dai falangisti seguaci di Francisco Franco. La sua poesia e il suo teatro però, che scava così profondamente nell’anima di una Spagna arcaica e oscura, hanno resistito alla dittatura diffondendosi in tutto il mondo. Nozze di Sangue è una tragedia corale, in cui emozioni, sentimenti, passioni e una fatale necessità, sono protagonisti assoluti, in cui il dramma è nell’aria fin dalle prime battute.

“Si trattò di avvenimenti, immagini, suoni il cui senso si formò allora, ma che non furono percepiti né definiti per mezzo delle parole; stanno al di là delle parole, e sono più profondi e ambigui delle parole”. Elias Canetti

(…) Nozze di Sangue è intenso, è scritto benissimo, riesce ad emozionarti, ti cattura con il suo “realismo magico” così fortemente teatrale, è una tragedia classica a tutti gli effetti, anche se è stato scritto nel secolo scorso. Ma, a mio avviso, gli manca il dettaglio fondamentale, o meglio, manca a noi italiani che lo traduciamo dallo spagnolo: la lingua. Se credi che dentro le parole ci siano azioni e pensieri e passioni, allora non puoi esimerti dall’ affrontare il problema “quale lingua”.

La lingua sarda è stata per me un’illuminazione. La lingua sarda è forse il solo corrispettivo alla lingua di Lorca. Riscrivere in lingua sarda Nozze di Sangue, questa è forse la via. Ma è solo un intuizione, occorre verificarla e approfondirla; percorro la Sardegna (l’Ogliastra sembra proprio il set di Nozze di Sangue), leggo Marcello Fois L’incontro con Marcello è l’ultimo tassello artistico che mi mancava: amo la scrittura di Fois, uno scrittore che, alla maniera di Camilleri, scrive in lingua ma sa farsi capire da tutti, e che plasma la sua lingua ai toni dell’epos, e del realismo magico, insomma una scrittura perfetta per Lorca e per l’operazione di traduzione che avevo in mente.

Quindi l’incontro col Teatro Stabile della Sardegna (che con Fois ha già collaborato). E anche lì una sorpresa: a gestire il Teatro di Sardegna c’è una cooperativa, un gruppo! Un gruppo non diverso dall’a.t.i.r, fatta eccezione per l’età e le naturali differenza economiche, ma pur sempre un gruppo! (…) Così abbiamo organizzato un laboratorio per verificare sul campo l’attendibilità delle mie ipotesi e soprattutto se ci piacevamo a vicenda e se ci appassionavamo tutti alla materia. L’incontro ha funzionato, e ha ribadito la forza del progetto, dandomi la possibilità di definirlo ulteriormente. I ruoli “ anziani” spetteranno agli attori del Teatri Stabile della Sardegna, i ruoli “giovani” agli attori dell’atir, facendogli imparare il testo ritradotto e rivisto da Marcello. (…)

Serena Sinigaglia