/ Archivio stagione 2012/2013

SARTO PER SIGNORA

Compagnia Teatro Sassari

SARTO PER SIGNORA

da Georges Feydeau

con

 Mario Lubino    Teresa Soro    Alessandra Spiga    Chicca Sanna   

Antonietta Toschi Pilo    Alessandro Gazale

Paolo Colorito     Emanuele Floris

scenografia

Daniela Fara

luci e fonica

Marcello Cubeddu

musiche

Peppino Anfossi e Andrea Fanciulli

costumi

Teresanna Senes 

regia 

Alfredo Ruscitto

sarto per signora3[1]“Sarto per Signora” è stato il primo grande successo dell’allora venticinquenne Georges Feydeau”, fu accolto al suo debutto avvenuto nel 1887, da un grande consenso di critica e di pubblico, contribuendo in modo determinante al rilancio del vaudeville. Da allora questa esilarante piecè non ha smesso di divertire il pubblico di tutto il mondo, grazie a un meccanismo comico perfetto, un congegno ad orologeria che strappa risate a getto continuo. Tutto la vicenda gravita intorno al dottor Moulinaux, che nella versione bilingue sassarese-italiano della Compagnia si chiama  Sarais, il quale per coprire un tentativo di scappatella extra-coniugale, inventa bugie sempre più inverosimili. Alla fine invischiato nelle sue stesse finzioni si trova nell’ingarbugliata situazione di farsi passare come “sarto per signora”. Attorno a lui agiscono sua moglie Giovanna, ingenua e fragile; la pedante e ficcanaso suocera signora Cartamantiglia; il compassato domestico Stefano; l’irresistibile sua potenziale amante Susanna, sposata con il giudice Caracciolo che è a sua volta amante della Signora Bassu, che si fa passare per un’aristocratica sassarese dall’altisonante nome di Fontechiaro Guidobaldi.  In realtà era una ballerina da tabarin che in gioventù era stata l’amante del dottor Sarais e  infine il Signor Bassu, ficcanaso e sarto per signora2[1]rompiscatole dall’umanità fanciullesca, sfortunato marito tradito e abbandonato. Le vicissitudini  dei personaggi sembrano scaturire dal caso come un gioco del destino. In realtà Feydeau  li obbliga, con micidiale precisione, ad una travolgente ed esilarante danza degli equivoci sempre più complessa ed intricata. Egli agisce come un burattinaio che a freddo inventa situazioni in cui con una precisione straordinaria i personaggi diventano dei puri meccanismi teatrali. Il suo teatro anche quando è intriso da raffiche di battute micidiali è costruito soprattutto sulle situazioni ed è proprio questa caratteristica che rende il suo teatro sempre attuale e comico . La sua critica era rivolta soprattutto alla borghesia agiata, cinica, disincantata e bigotta della  Belle Epoque. Ma quella attuale  non è così dissimile. Per questo quando assistiamo alle sue piece ci sembra di vedere come in uno specchio deformato  i  nostri molti vizi e le nostre poche virtù. Ridendo dei suoi goffi personaggi, in realtà ridiamo di noi stessi.