/ Archivio stagione 2013/2014

Si apre il sipario della Stagione 2013-14 al Teatro Centrale di Carbonia: in scena venerdì 6 dicembre “Lupi e pecore”

CeDAC

XXXIV Circuito Teatrale Regionale Sardo

Questa è la nostra Stagione

Teatro Stabile della Sardegna

Lupi e pecore

di Aleksandr Ostrovskij

Carbonia / Teatro Centrale

venerdì 6 dicembre 2013 – ore 21

 

COMUNICATO del 4 dicembre 2013

 

Lupi e pecore” di Aleksandr Ostrovskij, nell’allestimento del Teatro Stabile della Sardegna inaugura – venerdì 6 dicembre alle 21 – la Stagione di Prosa 2013-14 del CeDAC al Teatro Centrale di Carbonia: commedia “nerissima e divertentissima”, firmata da uno dei padri del grande teatro russo, la pièce descrive la vita in un piccolo villaggio mettendo l’accento su passioni e interessi, in un coinvolgente e vivido affresco di varia umanità.

In scena Corrado Giannetti, Paolo Meloni, Marco Spiga, Maria Grazia Sughi, Luigi Tontoranelli, Valeria Cocco e Eleonora Giua che – diretti da Guido De Monticelli – prestano corpo e voce a creature fantastiche ma in fondo fin troppo somiglianti alla realtà. Le immaginifiche scenografie sono di Arianna Caredda, mentre i costumi che restituiscono le atmosfere e il “sapore” di un’epoca sono di Zaira De Vincentiis.

Gli acuti strali della satira colpiscono umani vizi e debolezze, mostrando come l’arroganza e la prepotenza abbiano facilmente ragione della bontà e ingenuità: astuzia e avidità vincono sui migliori sentimenti, in un’aspra lotta per il potere mascherata sotto la facciata delle buone maniere e della cortesia. Ispirata a un fatto di cronaca – il clamoroso processo che vedeva imputata la badessa del monastero di Serpuchov e presidente della comunità delle Sorelle della Misericordia, con l’accusa di falso ed estorsione, per aver ottenuto cambiali in bianco in cambio di false promesse – l’opera di Ostrovskij ritrae con abbondanza di dettagli gli abitanti di un ipotetico villaggio, ciascuno dei quali si impegna a trarne ogni possibile vantaggio personale a discapito del bene comune e a prescindere dalla legge e della morale. Al di là del bene e del male, in una rappresentazione ricca di humour, il drammaturgo russo racconta il lato peggiore dell’umanità, nella generale assenza di compassione: quasi (ironica) apologia di una sorta di selvaggia legge di natura, la pièce contrappone deboli e forti, o per meglio dire buoni e cattivi. Inutile dire che chi agisce con la massima disinvoltura senza alcun riguardo all’etica, può ottenere facilmente quel che desidera – salvo poi come nel caso della badessa finire a processo, e doversi difendere da pesanti capi d’accusa, come la gentildonna in questione che cercò giustificazione in un eccesso di zelo “benefico”. Il gioco delle parti, in “Lupi e pecore” regala un colpo di scena finale, perché in fondo se è vero che gli esseri umani sono «Tutti o lupi o pecore, e tutti vivono per mangiare o essere mangiati. E i lupi e le pecore si inseguono scambiandosi vicendevolmente i ruoli» il carnefice può a sua volta trasformarsi in vittima, qualora s’imbatta in qualcuno più forte o più astuto di lui.

La Stagione di Prosa 2013-14 firmata CeDAC (nell’ambito del XXXIV Circuito Teatrale Regionale Sardo) proseguirà fino al 12 aprile con altri cinque imperdibili titoli. Tra mito e presente, lunedì 13 gennaio 2014 alle 21– spazio ad “Antigone ovvero una strategia del rito” da Sofocle, di e con Elena Bucci, produzione CTB e La Belle Bandiere; seguirà – giovedì 20 febbraio sempre alle 21“La Carne del Marmo/ Incontro con Michelangelo Buonarroti” (produzione Festival TonesOnTheStones 2012) – con Alessio Boni e la Compagnia Imperfect Dancers per la regia di Alessio Pizzech. Martedì 25 marzo alle 21 – sarà la volta de “La fondazione” di Raffaello Baldini, nella mise en scène dell’Arena del Sole – Nuova Scena / Teatro Stabile di Bologna con Ivano Marescotti diretto da Valerio Binasco; viaggio nel Risorgimento sabato 5 aprile 2014 alle 21 – “Lenòr – dedicato a Eleonora de Fonseca Pimentel” con Nunzia Antonino e regia di Carlo Bruni. E infine sabato 12 aprile 2014 alle 21 l’originale performance attoriale di Gianfranco Berardi, autore e interprete di “Io provo a volare/ Omaggio a Domenico Modugno” per la regia di Gabriella Casolari.

PREZZI

Abbonamenti a 6 spettacoli

primo settore: intero €75 – ridotto €70
secondo settore e galleria: intero €65 -ridotto €55
terzo settore: intero €55 -ridotto €40

Biglietti

primo settore: intero €17 – ridotto €15
secondo settore e galleria: intero €15 – ridotto €13
terzo settore: €10

info: tel: 328 1719747 – 0781 671228

per l’Ufficio Stampa del CeDAC/ Sardegna:
Anna Brotzu – cell. 328.6923069 – cedac.uffstampa@gmail.com

*****SCHEDA DELLO SPETTACOLO*****

Teatro Stabile della Sardegna

Lupi e pecore

di Aleksandr Ostrovskij

traduzione Roberta Arcelloni

con Corrado Giannetti, Paolo Meloni, Marco Spiga, Maria Grazia Sughi,
Luigi Tontoranelli, Valeria Cocco, Eleonora Giua

scene Arianna Caredda

costumi Zaira De Vincentiis

regista assistente Rosalba Ziccheddu

regia Guido De Monticelli

 

Note di regia

Lupi e pecore, tra i capolavori di Aleksandr Ostrovskij – padre, insieme a Gogol’ della grande drammaturgia russa – è una commedia nerissima e divertentissima. Ambientata, in un villaggio di provincia, trae la sua vicenda da una cronaca giudiziaria del 1874. Allora la badessa del monastero di Serpuchov e presidente della comunità delle Sorelle della Misericordia venne citata dal tribunale di Mosca con l’accusa di falso ed estorsione. Operando un’infida circonvenzione ai danni di poveri sprovveduti, aveva ottenuto la firma di cambiali in bianco, in cambio di mendaci promesse garantite dal suo alto rango sociale. La badessa si era giustificata dichiarando che ciò che aveva commesso non era per utile personale, ma per sussidiare le istituzioni benefiche alle quali si era dedicata con imperiosa passione, smarrendo ogni cognizione di lecito e illecito.

A una tale vicenda si ispira Ostrovskij, immergendola però in una girandola di piccole e grandi malversazioni in cui tutti i personaggi sono implicati, gli uni ai danni degli altri. Tutti o lupi o pecore, e tutti vivono per mangiare o essere mangiati. E i lupi e le pecore si inseguono scambiandosi vicendevolmente i ruoli. E, sembra dirci Ostrovskij, non vi sarebbero i lupi se non prosperassero le pecore.

Solo l’arrivo nel villaggio del più evoluto e “per bene” dei personaggi, un intraprendente e affascinante uomo d’affari, in viaggio da Pietroburgo, mette fine a questa infinita spirale. Con un insieme di accorte e rapide mosse che contemplano anche la sistemazione di un paio di affari sentimentali, diviene proprietario dei grandi boschi dei dintorni che di lì a poco moltiplicheranno il loro valore per l’imminente arrivo della linea ferroviaria transiberiana. Poco prima un personaggio del villaggio si era rivolto a un altro dicendogli: «Scusate la domanda indiscreta. Avete mai saputo la differenza fra un’azione buona e una cattiva?» E lui aveva risposto: «Questa è filosofia: noi che ne sappiamo?».

Guido De Monticelli

 

L’autore

 

Il drammaturgo Aleksandr Nikolaevič Ostrovskij (1823 – 1886), considerato il fondatore del teatro russo moderno e definito da Turgenev lo “Shakespeare della classe mercantile russa”, con le sue 47 pièces porta sulla scena un nuovo realistico e insieme lucido e ironico sguardo sulla società.

Ostrovskij nasce a Mosca, nel quartiere dellOltremoscova (Zamoskvoreč’e), il quartiere dei mercanti, che sarà poi fulcro del suo teatro, da cui attinge spunti per i primi bozzetti. Intrapresi gli studi giuridici all’Università di Mosca, prima di averli terminati entra nel 1843 in un tribunale di commercio dove rimarrà fino al 1851. Pubblica “Il fallimento”, un frammento di commedia che nel 1849 diventerà “Con quelli di famiglia ci si arrangia. La bancarotta”, apprezzata dalla critica ma colpita dalla censura (preventiva) che vieta la mise en scène del testo. Debutta finalmente in teatro con “La fidanzata povera” e da allora la sua carriera prosegue con nuove commedie, quasi una all’anno, in cui progressivamente i suoi orizzonti si allargano oltre il ceto mercantile. Da un viaggio nel basso Volga su incarico del Granduca Konstantin Nikolaevič, per studiare le condizioni della popolazione, Ostrovskij trae spunto per il suo capolavoro “L’uragano” (1859) e per alcuni drammi storici. Nel 1859 pubblica la prima raccolta delle sue opere e fonda una Società di soccorso ai letterati, con Turgenev, Nekrasov, Maikov e secondo una consuetudine del tempo tiene, con un certo successo, letture in pubblico delle sue commedie.

Dopo il vivido affresco del mondo dei mercanti, e dei piccoli borghesi, artigiani, funzionari e proprietari terrieri a corollario delle sue prime opere e le “cronache drammatiche” di argomento storico, l’ultimo periodo è dedicato alla Russia, di cui fotografa le trasformazioni sociali e culturali, con un’attenzione anche alla condizione femminile.