di Patrick Marber
traduzione Marco Casazza
adattamento Andrej Longo
con Nello Mascia Andrea Renzi Lorenzo Scalzo
scene Luigi Ferrigno
costumi Anna Verde
luci Pasquale Mari
colonna sonora Marcello Cotugno
regia Marcello Cotugno
coproduzione La Pirandelliana/Teatri Uniti
Argomento della commedia è il calcio, non quello della serie A, della corruzione e dei miliardi, ma quello locale, delle piccole ma agguerrite squadre dilettanti. In teoria, qui è dove il calcio dovrebbe vivere di mera passione, ma Marber ci fa vedere che anche a livello dilettanti girano soldi in nero e dei giovani promettenti vengono incitati a giocare sporco.
Dichiara il regista
Il mio incontro col teatro di Patrick Marber risale al 2003, quando misi in scena il suo pluripremiato Closer al teatro Colosseo di Roma, in uno spettacolo finalista ai Premi Ubu come Miglior Novità Straniera. Il teatro di Marber – che in quella lontana prima romana ebbi la fortuna di conoscere personalmente – si inscrive in quella tradizione che, partendo da autori come Harold Pinter e John Osborne, attraversa le drammaturgie di Martin Crimp, Sarah Kane e, oltre oceano, di Edward Albee, David Mamet e Sam Shepard. Un teatro relazionale che, tra classicità e innovazione, tende ad esplorare e a dissezionare i rapporti e i valori decaduti della civiltà occidentale.
The Red Lion, nella nostra versione curata da Andrej Longo, analizza con ironia e spietatezza il mondo del calcio dilettantistico. Un mondo pieno di contraddizioni e ambizioni, illuminato/oscurato dalla chimera delle giovani promesse di essere scoperte da qualche talent scout per essere lanciate nel paradiso della serie A. Ma, dietro apparenze e belle speranze, Marber disvela, nel suo testo, il lato oscuro del calcio. The Red Lion mette in campo tre protagonisti: una giovane promessa del calcio, l’allenatore e l’anziano factotum della piccola squadra di provincia che, come spettri Shakespeariani intorno al ragazzo, cercano di trarre profitto dalle sue capacità. Nel rapporto fra i tre personaggi l’opera di Marber si rivela nella sua complessità: The Red Lion non è solo un testo che parla di calcio ma anche una riflessione amara e profonda sulla lealtà e il senso di appartenenza. Il lirismo di certi passaggi contrasta con il linguaggio a tratti violento e con l’avidità e la mediocrità che aleggia nello spogliatoio dove si svolge l’intera pièce. ….. Ambientare la vicenda nella provincia campana mira a rendere più evidente l’universalità dei temi trattati da Marber, e ad annullare la distanza che, spesso, distorce la percezione e la lettura dei testi anglosassoni. D’altra parte, Italia e Inghilterra, seppur con talune differenze, condividono una passione sfrenata per il calcio: The Red Lion è quindi un testo attuale, graffiante ma allo stesso tempo poetico, che genera un forte senso di prossimità e di identificazione anche nello spettatore italiano. (Marcello Cotugno)
Patrick Marber, l’autore
Dopo 10 anni di auto-esilio in campagna, Patrick Marber torna al teatro con un grandissimo successo, The red lion: un trionfo – come ha scritto sul Telegraph il critico Dominic Cavendish, che ha aggiunto: “A 50 anni Marber ha ritrovato la voce, e ruggisce!” Così Antonia Brancati, il 15 settembre 2015, su Agenzia letteraria per il teatro, nel salutare il ritorno alla scrittura del drammaturgo, sceneggiatore, regista, Patrick Marber, nato a Londra nel 1964, autore di alcuni drammi dal successo mondiale, come la prima commedia, Poker (Dealer’s Choice) in scena nel 1995, o la seconda, Closer, del 1997, al National Theatre, adattata per il cinema nel 2004 dallo stesso Marber con un cast strepitoso (Julia Roberts, Natalie Portman, Jude Law, Clive Owen) e la regia di un gigante come Mike Nichols.
La terza commedia, Howard Katz, con debutto al National Theatre nel 2001 e poi The Musicians (2004), Don Juan in Soho (2006) ,prima del lungo silenzio rotto da The Red Lion (2015). Regista di numerosi spettacoli teatrali nei maggiori teatri londinesi, oltre alla sceneggiatura di Closer, Marber è autore anche della sceneggiatura di Diario di uno scandalo, del 2006, con Cate Blanchett e Judi Dench, nominato a quattro Oscar; di The Tourist, con Johnny Deep e Angelina Jolie; e co-sceneggiatore di Cinquanta sfumature di grigio.