Archivio stagione 2016/2017
Zitti zitti
Teatro Actores Alidos
Zitti zitti
piccoli quadri di vita raccontati senza parole
con la delicatezza di una poesia
con Manuela Sanna, Roberta Locci, Manuela Ragusa, Valeria Pilia
maschere e costumi Teatro Actores Alidos
regia Valeria Pilia
“Zitti zitti” è uno spettacolo tenero, ironico, divertente ed emozionante che arriva dritto al cuore di grandi e piccini, è un sguardo poetico su alcuni momenti dell’esistenza umana. Non è una storia in senso stretto, ma tante storie che s’intersecano tra loro, si alternano, si rincorrono facendo sognare e commuovere. I personaggi di “Zitti zitti” (dove è facile riconoscersi e riconoscere gli altri) hanno diverse età, sono eterogenei e bizzarri e si ritrovano a vivere momenti di vita a volte concreti e quotidiani, altre volte surreali e grotteschi.
In “Zitti zitti” non ci sono parole, i personaggi utilizzano maschere quasi larvali, senza la bocca, ma il loro linguaggio, è tra i più comunicativi: è quello dell’espressività del corpo, dell’azione, della danza e della clownerie che intrecciandosi tra loro rendono in perfetto equilibrio i vari stati d’animo umani.
La musica che accompagna tutte le scene di “Zitti zitti” è indispensabile commento delle varie fasi narrative, è griglia parallela e consonante; essa fa da sostegno all’azione e a volte l’indirizza col suo evocare varie atmosfere (tenebrose, incalzanti, cullanti, evocative, romantiche, inquietanti).
SINOSSI
Un creatore, un po’ goffo ed eccentrico, in un giorno di noia mortale crea l’uomo. E dopo qualche tentativo mal riuscito (ops!) gli mette accanto una donna, e che donna…
Uniti in matrimonio l’uomo e la donna vivono felici e contenti… e si moltiplicano; dalla prima genìa salta fuori un’umanità genuina e naif: bimbi, mamme, operai, vecchietti, ragazzi, tutti quanti a vivere la routine della vita con i suoi bellissimi imprevisti tra notti insonni, capricci tra le corsie di un supermercato, ragazzi travolti da tecnologie spersonalizzanti, gente comune che si trova in situazioni paradossali e ridicole, alle prese con esigenze primordiali o amori mai sopiti. I personaggi vivono storie in bilico tra la realtà e il fantastico, il concreto e l’astratto, il reale e l’irreale e acquistano significato non tanto nel momento estetico, nel gioco dell’attività gestuale delle gags, quanto in quello degli emblemi e delle allegorie.
E anche quando arriva il momento di abbandonare la vita è con naturalezza, ironia e dolcezza che avviene, come nel ciclo naturale delle cose, e nello stesso istante in un’altra parte del mondo sta nascendo un’altra vita, la fine non è che l’inizio, la morte fa parte della vita stessa.