CALENDARIO TURNI AL TEATRO MASSIMO DI CAGLIARI

Turno A: mercoledì 16 marzo – ore 20.30
Turno B: giovedì 17 marzo – ore 20.30
Turno C: venerdì 18 marzo – ore 20.30
Turno D: sabato 19 marzo – ore 20.30
Turno E: domenica 20 marzo – ore 19.00

Si ricorda al gentile pubblico che per garantire il puntuale inizio dello spettacolo, le porte d’ingresso del Teatro saranno chiuse alle ore 20.25 per i turni A, B, C, D, alle ore 18.55 per il turno E e alle ore 16.25 per il turno P.

Teatri Uniti
in collaborazione con
Onorevole Teatro Casertano | Institut Ramon Llul

Jucatùre / I Giocatori
di Pau Mirò

con Entrico Ianniello,  Tony Laudadio, Marcello Romolo, Luciano Saltarelli

collaborazione artistica Simone Petrella
traduzione e regia Enrico Ianniello

Premio Ubu 2013 “miglior testo straniero”

Napoli e Barcellona ancora una volta unite in teatro da Enrico Ianniello nel primo allestimento in Italia di Jùcature (Giocatori) di Pau Mirò, vincitore del premio Butaca 2012 per il miglior testo in lingua catalana e messo in scena con successo la scorsa stagione a Barcellona con la regia dello stesso Mirò al Teatre Lliure diretto da Lluís Pasqual.

In scena quattro uomini, interpretati da Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Marcello Romolo e Luciano Saltarelli, condividono tragicomiche frustrazioni e fallimenti giocando a carte, in attesa di un ultimo estremo guizzo vitale. In un vecchio appartamento, intorno a un tavolo, sotto una lampada, quattro uomini, un barbiere, un becchino, un attore e un professore di matematica, giocano a carte. I soldi sono spariti da tempo, come qualsiasi possibilità di successo personale. L’appartamento è un rifugio dove tutti i fallimenti sono accettati, permessi. Il fallimento è la regola, non l’eccezione. Ma proprio sul punto di toccare il fondo, i quattro decidono di rischiare il tutto per tutto, rouge et noir, e allora il gioco si fa pericoloso.

Anche in questa occasione, come nella fortunatissima esperienza di Chiòve, (riadattamento napoletano della messinscena catalana Plou a Barcelona trapiantata da Barcellona ai Quartieri Spagnoli di Napoli, per la regia di Francesco Saponaro, sempre con la traduzione di Enrico Iannello), Jùcature è ambientato a Napoli “anche se questa volta – sottolinea il regista – si tratta di un’ambientazione esclusivamente linguistica, senza riferimenti geografici precisi, un’assenza di collocazione che mi pare una cifra fondamentale dei quattro personaggi raccontati da Mirò: uomini di “mezz’età”, come si suol dire (quindi senza un’età che li descriva), senza nome (sono definiti dalla loro professione), senza lavoro e senza un vero amore che li faccia bruciare di passione. Maschere grottesche che si incontrano, in tempo di crisi, per mettere in gioco l’unico capitale che hanno a disposizione: la loro solitudine, la loro ironia, la loro incapacità di capire”.

I-Giocatori_5

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dalla rassegna stampa

Si, siamo di fronte a un gran bel testo; e, di più, a un testo fraterno: nel senso che riconosciamo nei suoi personaggi dei nostri compagni di strada, impegnati come noi nell’eterno esorcismo contro la paura dell’esistere. (…) Più che notevole, infine, la prova degli interpreti. Davvero uno spettacolo da non perdere.
Enrico Fiore, Il Mattino

È tutto molto semplice e molto straziante, sottilmente straziante: poiché nessuno mai perde la sua capacità di umorismo. I quattro attori sono meravigliosi.
Franco Cordelli, Corriere della Sera

(…) un superbo e fallimentare quartetto umano che dà i brividi (…). Un avvenimento. (…) formidabili i quattro.
Rodolfo Di Giammarco, La Repubblica

I quattro interpreti (…) sono formidabili nel rendere i loro personaggi, per la misura, la versatilità, il continuo sovrapporsi di registri interpretativi diversi. Da vedere.
Maria Grazia Gregori, L’Unità

(…) grande bravura, slancio, senso della misura, sempre in bilico tra commedia e tragedia (…).
Magda Poli, Corriere della Sera

(…) ognuno dei quattro offre pezzi di assoluta bravura (…). E dopo averci fatto ridere e commuovere, ci sbancano davvero come difficilmente succede a uno spettacolo teatrale.
Gianfranco Capitta, Il Manifesto

Un testo scritto bene con le battute ben incardinate, divertenti e drammatiche, affidate a questi attori, tutti bravi che non stanno a civettare con il pubblico ma costruiscono personaggi le cui parole e i cui gesti vanno oltre le cose dette, facendocene comprendere i motivi e le storie, motore e senso alle spalle del loro presente (…). Quattro attori bravissimi per non facili equilibri (…). Alla fine lunghi e meritati applausi.
Giulio Baffi, La Repubblica

(…) un testo pieno di sfumature, che regala al suo grande potenziale comico un autentico e persino commovente spessore umano (…) mostruosamente bravi gli attori.
Francesco Durante, Corriere della Sera

Strepitosi. Un quartetto magicamente concertato di poesia e ironia, con dialoghi perfetti in una lingua
teatrale che manda in estasi.
Sara Chiappori, La Repubblica